A Solbiate Olona posate due pietre di inciampo, una memoria condivisa per la comunità
A Solbiate Olona la posa delle pietre d'inciampo in memoria di Pietro Moroni e Pietro Girola, morti in campi di concentramento in Germania: le loro storie resteranno come patrimonio della comunità
Chi a Solbiate Olona passerà da via Roma e da via sant’Antonino, d’ora in avanti, potrà fermare lo sguardo su due blocchi di pietra ricoperti da una lastra di ottone. Sono le due pietre d’inciampo, posate oggi, in occasione del Giorno della Memoria, per ricordare Pietro Girola e Pietro Moroni, due giovani uomini solbiatesi che persero la vita in campi di concentramento tedeschi.
“Un esercizio di memoria” collettivo, come evidenziato da Roberto Esposito, presidente della sezione solbiatese dell’Anpi, e dal sindaco Roberto Saporiti, che si sono rivolti ai cittadini presenti, numerosi nonostante il gran freddo del mattino, per ringraziarli di una partecipazione che non dovrà essere solo simbolica.
Un esercizio di memoria collettiva, infatti, è quanto la comunità solbiatese è stata invitata a fare per ricordare come la Storia sia passata anche da qui, da questo comune della valle Olona, un paesino che ha dato i natali a Moroni e Girola, uomini che hanno pagato con la vita la scelta di lottare contro il regime nazi-fascista.
Le loro vicende sono state ricordate dai piccoli alunni delle scuole Pascoli e Moro, chiamati nelle ultime settimane a rileggere date e dettagli della storia dei due solbiatesi deportati e a sintetizzarli per i loro concittadini: un lavoro che vuole affidare alle nuove generazioni il compito di portare avanti gli insegnamenti di chi ha preso la decisione di scherarsi e non chinare il capo.
«Moroni e Girola hanno fatto una scelta – ha evidenziato con trasporto il volontario Anpi Ivan Vaghi – avrebbero potuto agire diversamente, ma hanno invece voluto scegliere da che parte stare. Pur nelle differenze fra le loro vicende, entrambi hanno pagato con la vita il loro coraggio. Mettere queste pietre d’inciampo, oggi, trasforma la memoria delle loro gesta in un patrimonio comune della nostra comunità».
Presente al momento solenne anche la presidente provinciale di Anpi, Ester De Tomasi, che ha ricordato il proprio padre Sergio e chi, come lui, ha conosciuto le atrocità di un campo di sterminio: «Ho assisitito alla posa di numerose pietre d’inciampo, in tutta Europa, ma vederle in Italia, di fronte a questi ragazzi, è una grande emozione». Fra il pubblico, anche una giovane mamma, Sonia, che ha voluto portare con sè il piccolo Enea, nato solo 24 giorni fa: «Era importante esserci, abbiamo ricordato la storia del nostro paese: si tratta di valori importanti che vorremo trasmettere anche a lui» ha spiegato, guardando il piccolo che oggi ha dormito tutto il tempo, ma che crescendo, giocando per le vie della sua Solbiate, potrà imbattersi in queste due pietre d’inciampo e ricordare le gesta di chi nacque oltre un secolo prima di lui.
Franco Moroni, nipote di Pietro, scopre la pietra di inciampo dedicata allo zio, morto in un campo di sterminioTanta la commozione anche di Franco Moroni, nipote di quel “Pietro Moroni” il cui nome verrà letto da chiunque passerà in via Sant’Antonino: «La storia di mio zio è stata raccontata spesso a casa mia. Gli aneddoti sull’arresto, le torture immediate che subì, l’ultimo saluto ai miei nonni e a mio padre quando andarono a vederlo prima della deportazione sono ferite che la mia famiglia si porta dentro. Ciò che è stato fatto oggi, la posa della pietra d’inciampo con il nome di mio zio, è un gesto veramente importante, che aiuterà a ricordare».
Il corteo ha proseguito la celebrazione al parco della Memoria, dove il presidente emerito di Anpi Solbiate Olona, Angelo Colombo, ha testimoniato quanto fatto da tanti e tanti cittadini in quegli anni, in nome della democrazia e della libertà.
La giornata si è così conclusa, ma i ragazzi presenti – e tutti i partecipanti, insieme a loro – sono tornati a casa con una richiesta importante, fatta dal sindaco Saporiti a ciascuno:
«Chiedo alla rappresentanza degli alunni qua presenti di fare un esercizio di memoria, già oggi, quando rientreterete in aula raggiungendo gli altri studenti: raccontate ai vostri compagni quello che avete ascoltato, quello che avete vissuto, le sensazioni e le emozioni provate in questa giornata. Così facendo, continuando a ricordare, ripensando alle storie dei nostri due concittadini, si potrà costruire un mondo migliore, sempre più umano, rispettoso dei diritti civili e delle diversità, rispettoso delle idee di tutti».
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