I formidabili concerti di John Mayall
Nel 1972 mise insieme bluesmen e jazzisti
Unire i due stili non è certo un’idea rivoluzionaria: il jazz nasce proprio dal blues e tutti i grandi jazzisti hanno dei blues nel loro repertorio. Più strano trovare l’inverso, cioé dei bluesman che suonano il jazz, ma oramai John Mayall ve l’ho presentato più volte – questo dovrebbe essere il suo sedicesimo album! – e sapete bene che da lui ci si poteva aspettare qualsiasi cosa. Non si spaventino però i “timorati dal jazz”: questo è a tutti gli effetti un disco di blues elettrico. La novità però sta nel fatto di infilarci questi musicisti con ad esempio assoli di tromba, certo non comuni nel blues, o pezzi con la struttura ad assoli di tutti, tipici del jazz. Questo live uscito nel 1972 è testimonianza di alcuni concerti tenuti negli USA in quell’inverno con un gruppo creato per l’occasione: il chitarrista Freddie Robinson (Ray Charles, Howlin’ Wolf…), il bassista Larry Taylor (Canned Heat), il trombettista Blue Mitchell (Cannonball Adderley, Horace Silver…), ed il sassofonista Clifford Solomon (Lionel Hampton, Ike and Tina Turner…). Mayall compone tutti i pezzi e ne viene fuori un gran disco. Una delizia soprattutto per i musicisti perché sentono un gruppo di gente capace di suonare e che ha voglia di farlo, in completa libertà stilistica e senza risparmiarsi, tanto che se si può trovare un difetto a questo disco è che è troppo corto: un doppio sarebbe stato perfetto.
Curiosità: John Mayall pare sia uno delle centinaia di artisti i cui nastri originali furono distrutti nell’incendio del 2008 agli Universal Studios di Los Angeles. Solo nel 2019 un giornalista del New York Times scoprì che la Universal aveva dichiarato i danni alle attrazioni del parco e a parte dei video, ma aveva tenuto nascosta la distruzione degli audio, e tuttora non è ben chiaro quali si siano salvati.
La rubrica 50 anni fa la musica
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