Mancano le materie prime. Federmacchine chiede al ministro Giorgetti 6 mesi di proroga per la consegna
I macchinari ordinati entro la fine dell’anno scorso godono degli incentivi 4.0 previsti dalla legge di bilancio 2021 a patto che siano consegnati entro giugno 2022, ma la crisi delle materie prime rende impossibile il rispetto della scadenza
La crisi delle materie prime sta mettendo in difficoltà molti comparti dell’industria italiana. Federmacchine, che raggruppa i costruttori di beni strumentali, per voce delle 12 associazioni di categoria ad essa federate, torna a chiedere al ministro Giancarlo Giorgetti un intervento immediato di modifica dei termini di consegna delle macchine e degli impianti ordinati nel 2021 e collegati ai provvedimenti 4.0 previsti dalla precedente Legge di Bilancio
I macchinari ordinati entro la fine dell’anno scorso godono infatti degli incentivi 4.0 previsti dalla legge di bilancio 2021 a patto che siano consegnati entro giugno 2022, una scadenza troppo ravvicinata, considerate le attuali condizioni del contesto, funestato dalla grande difficoltà di reperimento delle materie prime e delle componenti elettroniche. In particolare, la federazione che rappresenta oltre 5.000 imprese, e un comparto che vale 51 miliardi di fatturato e che contribuisce, con 24 miliardi, in modo diretto e determinante al saldo positivo della bilancia commerciale del paese – chiede di allungare, di sei mesi, da giugno 2022 a dicembre 2022, il termine di consegna degli impianti ordinati entro fine 2021.
«Nella realtà – ha spiegato Giuseppe Lesce, presidente di Federmacchine – molte delle aziende produttrici di macchinari rischiano di non riuscire a rispettare i tempi ora stabili e non per propria inefficienza ma per le condizioni del mercato. D’altra parte la modifica non comporterebbe alcun aggravio sulle casse dello Stato poiché lo spostamento avviene all’interno dello stesso anno fiscale; avrebbe invece benefici immediatamente misurabili sull’intero sistema manifatturiero del paese che sta vivendo una necessaria fase di sviluppo in chiave digitale».
«Siamo consapevoli che sul tavolo del governo vi siano temi complessi e scottanti – ha proseguito Giuseppe Lesce – non ultimi il caro energia e transizione elettrica che impattano direttamente anche sul mondo del bene strumentale, ma crediamo che questa questione meriti uguale attenzione in ragione degli effetti che può avere sulle migliaia di imprese manifatturiere clienti dei costruttori di beni strumentali che vedranno ridursi il beneficio fiscale legato all’acquisizione di quei macchinari».
Quello che dunque può sembrare un dettaglio burocratico della legge rappresenta un enorme ostacolo allo svolgimento dell’operatività delle aziende. «Per questo – ha concluso il presidente Giuseppe Lesce – nell’ultimo consiglio direttivo, abbiamo convenuto che tutte le 12 federate di Federmacchine – sollecitassero l’intervento del ministero dello Sviluppo Economico, scrivendo direttamente al ministro Giancarlo Giorgetti. Aspettiamo fiduciosi».
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