Voto di scambio a Lonate Pozzolo, tutti assolti per una manciata di giorni
Secondo il Gup gli imputati avrebbero raggiunto l'accordo un mese prima dell'entrata in vigore della nuova norma e quindi, pur essendo provato il reato, questa non può essere applicata

Tutti assolti per il reato di voto di scambio a Lonate Pozzolo. Per il Gup del Tribunale di Milano l’ex-sindaco Danilo Rivolta, reo confesso, Peppino Falvo (re dei caf della zona e capace di mobilitare centinaia di persone ad ogni votazione), l’imprenditore condannato in appello per ‘ndrangheta Cataldo Casoppero e Franco De Novara (a capo di una famiglia considerata vicina alla locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo) andavano assolti perché la legge sul voto di scambio è stata introdotta dopo l’accordo.
Questa la motivazione che sta alla base di una sentenza che respinge le richieste del pubblico ministero Alessandra Cerreti che consistevano in una condanna a 5 anni a tutti i componenti dell’accordo. Accordo che, dunque, è provato ma che non può essere punito per una manciata di giorni.
Secondo quanto ricostruito, proprio sulla base delle dichiarazioni dell’ex-sindaco Rivolta, la legge è entrata in vigore il 18 aprile 2014 (art. 416 ter) mentre la promessa di voti da parte dei soggetti coinvolti risale a febbraio marzo dello stesso anno mentre le elezioni si svolsero il 25 maggior 2014 (con Rivolta vincitore grazie anche ai 300 voti portati dal clan e la figlia di Franco De Novara nominata assessore).
Fino al 18 aprile, infatti, la norma sul voto di scambio prevedeva che ad essere perseguito fosse soltanto il politico e non il mafioso e per giunta doveva esserci anche una dazione di danaro, cosa che non è avvenuta in questo caso perchè il vantaggio era consistito in un’utilità.
La ‘ndrangheta decise le elezioni del 2014 a Lonate Pozzolo, a giudizio anche Peppino Falvo
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