Vavassori non truffò Testa e Tiburzi durante la cessione della Pro Patria, archiviate le accuse
L'ex-patron era stato accusato di aver volontariamente omesso di rappresentare la sussistenza di un’ingente passività relativa ad oneri previdenziali non versati. Archiviate le accuse in sede penale e civile

Dopo quasi due anni si chiude con un decreto di archiviazione la vicenda processuale che ha coinvolto Pietro Vavassori, ex patron della Pro Patria. L’imprenditore, assistito dall’avvocato Stefania Colombo di A&A Studio Legale, è stato chiamato a difendersi dall’accusa di truffa nell’ambito di un’indagine avviata dalla Procura di Busto Arsizio per presunte irregolarità nella cessione della società Aurora Pro Patria 1919 S.r.l. a Patrizia Testa, Nazareno Tiburzi e alla Società Sport Plus 4 You S.r.l.
In particolare, secondo quanto denunciato da Testa e Tiburzi, Vavassori, in sede di contrattazione, avrebbe volontariamente omesso di rappresentare la sussistenza di un’ingente passività relativa ad oneri previdenziali non versati. Le indagini condotte dal Pubblico Ministero Nadia Calcaterra hanno, invece, consentito di dimostrare l’insussistenza di qualsivoglia condotta illecita da parte di Vavassori.
Sempre in senso favorevole a Vavassori si è concluso, qualche tempo fa, anche il giudizio civile che Patrizia Testa aveva incardinato presso il Tribunale di Milano, con ciò consacrando la piena correttezza dell’operato dell’ex dirigente del club di via Ca’ Bianca.
Vavassori, che per tali fatti è stato oggetto di pesanti attacchi portati in sede mediatica, accoglie la definitiva chiusura del procedimento penale con grande soddisfazione e non esclude di agire a tutela del proprio nome e della propria immagine nelle sedi giudiziarie competenti.
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