Messa alla prova per il baby spacciatore delle stazioni di Varese

Processo in Appello a Milano: al giovane revocata la misura cautelare: per un anno dovrà intraprendere un percorso rieducativo

Potenziati i controlli di polizia a Varese

Il fatto destò grande allarme sociale come ogni azione che ha a che fare con lo spaccio di droga e la microcriminalità attorno al comparto stazioni; episodi nuovamente oggetto del vaglio giuridico, per giunta di un Collegio giudicante a Milano perché in corte d’Appello.

Per questo il giovanissimo condannato a marzo a un anno e 4 mesi è stato sottoposto oggi, 14 luglio, alla messa alla prova, istituto giuridico specifico per offrire una seconda possibilità a un minore che sbaglia, inserendo lo stesso in un percorso teso alla riabilitazione, all’educazione e al rispetto delle regole, con processo che viene sospeso perché sottoposto alla riuscita del percorso individuato dai giudici.

Regole che il baby pusher dovrà imparare a seguire alla lettera per saldare i propri conti con la giustizia partiti da un controllo della Polfer più di un anno fa, passando per il ritrovamento di armi bianche, droga e dal successivo smascheramento di un sistema legato alla classica vendita di stupefacente grazie alle catene di clienti su whatzapp.

Il percorso di messa alla prova del sedicenne durerà un anno.

«Il fatto è stato notevolmente ridimensionato, infatti il giudice ha optato per la messa alla prova con revoca della misura cautelare», ha spiegato il difensore Matteo Pelli.

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Pubblicato il 14 Luglio 2022
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Commenti

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  1. carlo_colombo
    Scritto da carlo_colombo

    Me lo chiedo, ogni volta che leggo notizie di questo genere ossia di minorenni che oltre a spacciare o altri reati all’esterno tengono nella propria abitazione droga e vari attrezzi per confezionare le dosi da mettere in vendita, appunto mi chiedo se costoro abitano da soli o con i genitori o parenti. Se,come penso, non sono soli, mi pare strano che nessuno si accorga dei vari movimenti strani che tale “attività” comporta.

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