La decisione sulla messa alla prova di Caianiello slitta al 19 dicembre
L'ex-numero uno di Forza Italia in provincia di Varese è in carcere da marzo per scontare la pena di 4 anni e 10 mesi che ha patteggiato nel processo Mensa dei poveri. Se verrà concessa dovrà fare volontariato

Nino Caianiello dovrà attendere ancora 16 giorni per sapere se potrà uscire dal carcere di Busto Arsizio, dove si trova ancora detenuto per scontare la pena a 4 anni e 10 mesi patteggiata nell’ambito del processo Mensa dei poveri. Lo ha deciso il giudice del Tribunale del Riesame di Milano a seguito dell’udienza di questa mattina, giovedì. Mancherebbe, infatti, la relazione della Direzione distrettuale antimafia per formulare la decisione.
«Nonostante sia il sottoscritto che il giudice Fertitta abbiamo spiegato che la Dda ha acconsentito alla concessione dell’attenuante della collaborazione nella sua massima estensione (che ha permesso la riduzione della pena di 2/3) è stata presa questa decisione di rinviare» – ha spiegato con amarezza il legale di Caianiello, Tiberio Massironi.
Caianiello, infatti, ha fatto richiesta di messa alla prova, un istituto giuridico che sospende la pena e in cui l’imputato viene affidato all’ufficio di esecuzione penale esterna per lo svolgimento di un programma di trattamento che prevede come attività obbligatoria e gratuita, l’esecuzione di un lavoro di pubblica utilità in favore della collettività che può essere svolto presso istituzioni pubbliche, enti e organizzazioni di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato.
L’ex-numero uno di Forza Italia potrebbe prestare servizio presso Exodus a Gallarate, in ragione dei buoni rapporti storici con don Mazzi, oppure a La Valle di Ezechiele, la cooperativa creata dal cappellano del carcere di Busto Arsizio, don David Maria Riboldi.
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