Confartigianato: “Con il caro energia le imprese vanno in letargo”
Nella conferenza stampa di fine d'anno il presidente Davide Galli ha fatto il punto della situazione. "I l 2022 non è stato un anno negativo, ma per il futuro c'è tanta incertezza"
«È l’anno della tempesta perfetta». Esordisce così Davide Galli, presidente di Confartigianato imprese Varese, nella conferenza stampa di fine anno. «Non è stato tutto negativo, anzi – continua Galli – Ma se guardiamo in prospettiva, l’incertezza è ancora tanta».
La tempesta si dice perfetta perché tutta una serie di circostanze, che di per se stesse potrebbero rientrare nella normalità, unite tra loro diventano devastanti. Con la fine del Covid sembrava che il peggio fosse passato, invece no. Subito dopo è arrivata la crisi delle materie prime e, a seguire, il caro energia e la guerra in Ucraina. Una sequenza con impatti significativi sull’economia.
«E ora c’è anche l’inflazione a cui non eravamo più abituati. Le imprese più energivore, in attesa di tempi migliori, spesso vanno in “letargo”, cioè interrompono temporaneamente la produzione, oppure producono di notte per diminuire il costo dell’energia» sottolinea Galli.
IL NUOVO GOVERNO
In tutto questo caos per gli artigiani una buona notizia c’è: il ritorno a un governo politico da cui si aspettano molto. Galli, con il pragmatismo tipico degli imprenditori, mette le mani avanti specificando che in genere tra le promesse fatte dalla politica e la realtà c’è sempre un certo scarto. «Sappiamo bene qual è la situazione rispetto alle risorse – dice il presidente di Confartigianato Imprese Varese – Molte servono a mitigare il rincaro dell’energia per imprese e famiglie. Ma c’è da pensare anche all’impatto Irpef sugli stipendi dei lavoratori e molto spesso a pensarci sono gli stessi imprenditori. C’è poi il problema di avere una giustizia rapida e una maggiore certezza del diritto. Insomma, è importante dare un supporto alle imprese».
Detto questo, secondo Galli, la tenuta del Pil e i risultati positivi sono dovuti alla resilienza e alla flessibilità delle pmi italiane.
LA MESSA A TERRA DEL PNRR E LE NUOVE COMPETENZE
L’associazione di viale Milano guarda con interesse al Piano nazionale di ripresa e resilienza anche se i segnali che arrivano dall’ecosistema territoriale non sempre sono coerenti. « In questo senso – sottolinea Galli – vedo una certa difficoltà delle amministrazioni». Le imprese, soprattutto quelle micro e piccole, hanno bisogno di segnali rassicuranti perché i temi critici che si evidenziano con la ripartenza sono tanti. A cominciare dal disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. «Il mismacht occupazionale – continua Galli – mette in difficoltà molte imprese. Già prima della pandemia le aziende faticavano a trovare le competenze necessarie. E dopo il Covid tante persone hanno cambiato lavoro e stile di vita. Con la svolta green e l’accelerazione impressa dal digitale le aziende si sono trovate di fronte alla necessità di avere competenze non facili da reperire sul mercato».

FORMARE LAVORATORI STRANIERI
Su questo fronte Confartigianato sta concludendo una survey con le scuole e le università del territorio. Alle domande hanno risposto oltre 2500 studenti, un bel gruppo campione da cui trarre indicazioni interessanti sulla futura offerta di lavoro. «In questo momento si fa molta fatica a trovare alcune competenze – conclude Galli – E credo che passando il tempo bisognerà rivolgersi a persone provenienti da altri paesi e non parlo solo di persone già formate ma anche da formare e qualificare».
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