L’inutile nazionalismo del 17 marzo e il “rumoroso” silenzio politico

La lettera del fagnanese che critica la scelta di celebrare quest'anno per la prima volta la Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera e il silenzio dell'opposizione

davide passamonti

Lo scorso 17 marzo, a Fagnano Olona, per la prima volta, si è festeggiata la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” del 17 marzo 1861.

La celebrazione è stata istituita con la Legge 23 novembre 2012, n. 222 che recita “La Repubblica riconosce il giorno 17 marzo, data della proclamazione in Torino, nell’anno 1861, dell’Unità d’Italia, quale «Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera», allo scopo di ricordare e promuovere, nell’ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e di consolidare l’identita’ nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica”.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Davide Passamonti, cittadino di Fagnano Olona da tempo attivo in ambito politico.

L’evento, la cui tradizione è del tutto assente a Fagnano, dimostra – a mio avviso – un’inutile e pericoloso vento di destra nel Paese. Fatico a pensare che dietro l’idea di questa ricorrenza non ci sia una vicinanza politco-culturale da parte dell’amministrazione in carica; intesa come maggioranza consigliare. Dietro tutto ciò, però, c’è un subdolo e – ancora in parte nascosto – pericolo nazionalista. Innanzitutto, si tratta di ricordare la formazione del Regno d’Italia, non della Repubblica. Una monarchia che si è resa complice e partecipe di reati e crimini fascisti del ventennio. Un secondo aspetto, attuale, è il periodo storico in cui si è voluto – per la prima volta – celebrare il 17 marzo; l’Italia di oggi si trova immersa nel “vento di destra”, legittimato dalle urne, e con il Governo più conservatore della storia repubblicana. Il sottovalutato simbolo della “fiamma tricolore” posto nel contrassegno elettorale di Fratelli d’Italia dovrebbe ricordarci e farci riflettere sull’estrazione politico-culturale e del “peso” storico che grava su di esso.

Ma la precarietà e la fragilità del momento storico odierno, nel segno di riforme politiche sempre più disaggreganti per la società italiana e per il “bene comune”, sembrano ignorate – volutamente o involontariamente – dalla politica fagnanese. E’ chiaro che il ricordo del 17 marzo è, la punta dell’icebeg, non il cuore del problema.

Il “rumoroso” silenzio sui temi politici e sui valori culturali che le liste e i partiti fagnanesi esprimono, ormai dalla fine dell’ultima amministrazione di centrosinistra, sta divenendo sempre più preoccupante; tanto da dare un silenzioso mandato a iniziative come quella odierna.

Da un lato, abbiamo una amministrazione che lascia sempre più voce a ambienti ctulturali provenienti dalla destra conservatrice e reazionaria, voce che neanche la passata amministrazione di centrodestra aveva palesato così spavaldamente, dall’altro lato abbiamo – mio malgrado e con mia profonda tristezza – l’arco politico di “sinistra” completamente assente nel dare una visione alternativa di un “mondo possibile”, nonostante il peso storico locale dei nomi sui simboli elettorali che adottano. Alternativa che si esprime nelle battaglie per i valori e per gli ideali inquadrati nella “etica della responsabilità” e non nel tecnicismo amministrativo. Concentrandosi solo ed esclusivamente sui problemi “tecnocratici” – per la cronaca, battaglie sacro sante – e dimenticando completamente il vero significato della politica si legittima, inconsapevolmente, il vento di destra e l’istituzione di ricorrenze storiche dal profilo decisamente dubbio.

A parziale rimedio di questa situazione, per smarcarsi o almeno in parte – da una vicinanza a un mondo troppo conservatore l’amministrazione dovrebbe festeggiare, almeno con gli stessi strumenti, la ricorrenza della nascita dell’Unione Europea (1 novembre 1993, Trattato di Maastricht).

La necessità di istituire la ricorrenza europea deriva da una situazione internazionale sempre più bellicosa, contrapposta e concorrenziale. L’Unione Europea ricorda i nostri valori civili, democratici, di libertà, di ugtuaglianza, di solidarietà e di “bene comune” sempre più fragili e dimentcati in Italia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Marzo 2023
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