Una “foto” di Gallarate trecento anni fa
È lo sfondo del quadro del patrono San Cristoforo, che è stato restaurato da Fondazione Comunitaria del Varesotto e fino a domenica è in mostra al castello di Masnago a Varese
Com’era Gallarate trecento anni fa?
Una testimonianza preziosa – e ora ritrovata – viene dall’interessante quadro di San Cristoforo, patrono della città, di proprietà della Basilica di Santa Maria Assunta: opera di un ignoto della prima metà del Settecento, è stato restaurato da Fondazione Comunitaria del Varesotto ed è oggi in mostra alla mostra al Castello di Masnago, aperta ancora fino a domenica 26 marzo.
Nel quadro il santo “che porta Cristo” (questo il significato del nome Cristoforo) è rappresentato, in grandi dimensioni, di fronte al paesaggio urbano del borgo di allora: si riconoscono l’antica collegiata quattro-cinquecentesca di Santa Maria Assunta, poi sostituita nell’Ottocento dalla Basilica, e il campanile, alto 45 metri, che invece è lo stesso ancora oggi. Ma si vedono anche le case intorno che – più di oggi – erano caratterizzate dalla presenza di portici, poi ridimensionati.
Al posto della piazza centrale della città di oggi – dedicata alla Libertà, prima a Vittorio Emanuele II – c’era un sistema di piazze e spazi urbani: una serie di edifici porticati divideva la piazza con la chiesa di San Pietro da quella – molto più piccola – che era davanti alla chiesa collegiata.
Tra le due piazze c’era il corso dell’Arnetta, un piccolo canale derivato dal torrente Arno, che seguiva l’asse che oggi è costituito da via Verdi e via don Minzoni.
Negli anni successi gli edifici furono rinnovati – casa Velati, casa Bonomi e il poetico “portico del sole” – e poi nel primo Novecento furono abbattuti per unificare le due piazze e dare più ampiezza allo spazio pubblico (fu distrutta e ricostruita anche la casa di fronte a San Pietro, ricostruita con materiali originali e chiamata poi “la loggetta”, nome passato oggi anche a un locale).
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L’altro elemento interessante del quadro è la presenza delle acque dell’Arno, quelle del bizzoso torrente che spesso invadeva il centro storico in occasione delle piene: la scelta di Cristoforo come patrono è legata proprio alla leggenda che vuole che il santo abbia traghettato il Bambin Gesù al di là di un fiume (per questo San Cristoforo è protettore dei barcaioli e, in senso più ampio, di chi viaggia). Lo scenario ritratto dall’anonimo pittore settecentesco si è ripetuto poi tante altre volte in seguito, fino al Novecento.
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La raffigurazione di San Cristoforo e la immagine di Gallarate nel Settecento hanno ritrovato luce grazie ad un restauro co-finanziato da Fondazione Comunitaria del Varesotto, nell’ambito di un bando sui beni ecclesiastici che hanno anche una rilevanza per la comunità che li custodisce. Le opere restaurate sono esposte alla mostra al Castello di Masnago che chiude appunto domenica 26 marzo.
Poi il quadro tornerà nella Basilica di San Cristoforo, edificata nella seconda metà dell’Ottocento, dove la stessa immagine e lo sfondo sono riprodotti in modo piuttosto fedele in una vetrata.
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