Il castagno per contrastare i cambiamenti climatici: al via il progetto “Ribicalm”
Università degli Studi dell’Insubria, CNR e Comunità Montane Lombarde avviano uno studio finanziato da Regione Lombardia per individuare le piante di castagno più adatte a contrastare le avversità climatiche

Prende il via il progetto “RibiCalm – Ricerca della biodiversità del castagno tra Lago e Montagna” con l’obiettivo di individuare e salvaguardare la biodiversità castanicola ancora presente all’interno delle selve. La valorizzazione del patrimonio castanicolo presente nelle zone del Lario e della Valtellina al fine di contrastare il cambiamento climatico è l’obiettivo principale di un gruppo costituito da ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, dell’Istituto per la Bioeconomia del CNR di Follonica e dal personale di diverse Comunità Montane lombarde, insieme ad altri partner pubblici e privati. Il Progetto, originato dalla richiesta avviata dall’Associazione Castanicoltori Lario Orientale A.P.S., ha vinto un bando indetto dalla Regione Lombardia e sarà finanziato con i fondi del “programma di sviluppo rurale” 2014-2020 rivolti alla conservazione della biodiversità animale e vegetale.
Castagno e cambiamento climatico
L’estate del 2022 è stata contrassegnata da temperature molto elevate associate a mancanza di piogge in tutta la Lombardia ed il nord Italia. Gli andamenti stagionali anomali, che si ripetono sempre più frequentemente nel corso degli anni, provocano degli sfasamenti nei cicli naturali delle piante che tendono a vegetare o fiorire in periodi inattesi o non normali. In diverse zone dell’Alto Lario e Valtellina lo scorso settembre sono state ad esempio registrate fioriture anomale di piante di castagno che dovrebbero fiorire durante il mese di giugno. Il castagno è presente intorno a tutto il lago di Como dove ha costituito per secoli un’importante risorsa produttiva per le comunità locali e dove fornisce importante servizio di tutela dell’ambiente. Questa pianta, tipica di territori di montagna, freschi ed umidi, è sempre più soggetta a disseccamenti dovuti alla siccità, alle malattie che la attaccano quando indebolita e all’alterazione complessiva degli ambienti a lei naturalmente congeniali. Il rischio che si corre è quello di una complessiva diminuzione della copertura forestale data dal castagno ed il suo arretramento in zone diverse da quelle attuali con un cambiamento profondo del paesaggio al quale siamo da sempre abituati. Diviene sempre più importante individuare le piante che hanno caratteristiche in grado di contrastare i cambiamenti in atto e permettere la coltivazione e la produzione del castagno sia per difendere l’ambiente che l’economia legata a questa specie utilizzata per i suoi frutti e per il suo legno.
Il Progetto RIBICALM
Il progetto prevede l’individuazione sul territorio di oltre 80 varietà di castagno i cui nomi sono riportati nelle documentazioni storiche oppure conservate nelle tradizioni orali così come il censimento e lo studio delle piante cosiddette “patriarchi” o monumentali in quanto caratterizzate da età e dimensione eccezionale.
«La diversità genetica presente tra le piante è di fondamentale importanza nei momenti di crisi dovuti ad eccessi termici, mancanza di pioggia e nuove malattie – commenta il professor Giorgio Binelli, Responsabile di progetto e Professore del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria, Capofila del progetto -. Solo una profonda conoscenza delle varietà presenti consentirà di individuare quelle in grado di resistere meglio alle variazioni ambientali consentendo di mantenere le selve senza una modifica eccessiva dei paesaggi».
«Il censimento delle piante presenti nei territori avverrà con metodologie ed approcci partecipativi – spiega il dottor Claudio Cantini, Primo Tecnologo del CNR, partner scientifico dei progetti -. Per i progetti di salvaguardia delle biodiversità castanicola in corso in Lombardia stiamo mettendo a punto una Applicazione per smartphone che consentirà a chiunque sia interessato di segnalare sia le piante con nomi particolari che piante monumentali o con caratteristiche peculiari legate a resistenza a malattie e capacità produttive così anche come segnalare anomalie nei cicli naturali».
«La tutela delle selve passa anche attraverso una migliore conoscenza delle condizioni climatiche e della risposta delle piante e a questo scopo abbiamo predisposto da quest’anno una rete di monitoraggio in grado di rilevare temperatura e umidità in 15 diversi ambiti castanicoli. Questo ci consentirà di individuare le differenze climatiche presenti a livello di areale e scoprire quali varietà di castagno rispondono meglio alle condizioni alle quali sono sottoposte. L’obiettivo a lungo termine è quello di non far ritirare il castagno dalle zone nelle quali è presente al momento. Il censimento delle piante di castagno monumentali o molto vecchie presenti nei castagneti è proprio quello di capire se questi individui possiedono delle capacità di resistenza agli stimoli ambientali superiori rispetto alle altre piante di castagno poste intorno a loro. Vorremo in futuro creare un’Arca dei patriarchi ovvero un’area naturale nella quale inserire piante propagate prelevando materiale vegetale proprio dalle piante più antiche scoperte dentro i nostri castagneti per conservare il loro patrimonio genetico, adesso a rischio, per il futuro», conclude l’ingegner Mauro Gerosa, Presidente dell’Associazione Castanicoltori Lario Orientale A.P.S.
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