La casa dell’archeologo a Masnago entra nel premio di architettura InArch a Milano

Dopo la vittoria al Wood Architecture Prize, un altro premio è stato attribuito ad un progetto realizzato dallo studio di Architettura Varesino LCA, guidato dall'architetto Luca Compri

La casa dell'archeologo a Masnago, Varese

Dopo la vittoria al Wood Architecture Prize, un altro premio è stato attribuito ad un progetto realizzato dallo studio di Architettura Varesino LCA, guidato dall’architetto Luca Compri.

Si tratta di una abitazione residenziale nel quartiere di Masnago: “Casa 6 / La casa dell’archeologo“, che ha ricevuto una Menzione speciale all’edizione regionale del premio InArchitettura 2023 per Lombardia ed Emilia Romagna, organizzato da Inarch, l’Istituto Nazionale di Architettura.

Una prestigiosa menzione per una casa il cui nome non è casuale: si tratta infatti di una residenza unifamiliare progettata appositamente per un archeologo e a lui ispirata. «Il volume è un semplice parallelepipedo a base rettangolare nel quale sono stati inseriti e incastonati ulteriori blocchi di forma cubica completamente rivestiti di pietra – spiega la nota che la descrive – L’edificio richiama le tessiture in mattone dei muri antichi e i grandi conci di pietra che spesso ne interrompevano la trama per fungere da architrave o da pietra angolare».

Il fabbricato si sviluppa su due livelli: al piano terra si trova l’ampio e luminoso living con la cucina e la sala da pranzo e un piccolo bagno di servizio; al piano primo sono state collocate le stanze da letto, due bagni padronali e lo studio privato del committente. Tutte le finestre dialogano con il paesaggio circostante caratterizzato da vigne e prati mentre i materiali utilizzati sono tutti materiali di recupero prelevati da cave in disuso o da discariche di materiali edili. L’edificio è stato inoltre isolato al meglio per ridurne i consumi al minimo.

«Da un punto di vista architettonico volevamo progettare un edifico contemporaneo che reinterpretasse l’antico; volevamo un edificio semplice, primitivo, minerale che potesse vibrare alla luce del mattino, del mezzogiorno e della sera in modo sempre differente; volevamo recuperare materiali oramai in disuso e recuperarli per dargli nuova vita e non arrecare danno all’ambiente; volevamo una casa piena di luce e domestica al suo interno – spiega Luca Compri – Più semplicemente volevamo donare al nostro committente una casa che avesse dentro di sé la sua anima e le sue passioni per la storia e l’archeologia».

Il premio InArch, istituito dall’Istituto Nazionale di Architettura, ente privato di studi sull’architettura fondato da Bruno Zevi, vedrà la sua premiazione nazionale il 7 novembre a Venezia, a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Ottobre 2023
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