4500 famiglie sotto sfratto in provincia di Varese: il sindacato organizza una petizione al Governo
Un tema sottovalutato, soprattutto a livello governativo e perciò diventato oggetto di una petizione, promossa dal sindacato degli inquilini SUNIA

Il diritto all’abitare è una questione sociale di primaria importanza, che tocca le vite di migliaia di famiglie. Un tema però sottovalutato, soprattutto a livello governativo e perciò diventato oggetto di una petizione, promossa dal sindacato degli inquilini SUNIA.
Secondo i dati del ministero da poco pubblicati, «A livello nazionale, nel 2022 sono stati emessi 41.800 sfratti in esecuzione e ben 99.000 sfratti richiesti, coinvolgendo circa 140.000 famiglie – ha spiegato infatti Andrea Cazzolaro, funzionario del sindacato SUNIA a Varese – La provincia di Varese riflette questa tendenza negativa, con 3.442 sfratti richiesti e circa 1.146 esecuzioni, interessando all’incirca 4.500 famiglie. Un dato ormai un po’ vecchiotto, ma che le persone che vengono a rivolgersi ai nostri uffici confermano. Anzi, nel 2023 la tendenza sembra essere al peggioramento della situazione. Lo sfratto è solo la punta dell’iceberg: in tutti gli sportelli di assistenza si registra un aumento delle situazioni di vulnerabilità abitativa, di cui lo sfratto è solo l’elemento estremo» .
«I dati ISTAT rivelano che 2,5 milioni di famiglie in Italia lottano per pagare affitti e spese condominiali, una situazione aggravata dall’impennata dei costi dell’energia, che ha portato molte famiglie a spendere oltre il 40% del proprio reddito per l’abitazione. Una crisi che colpisce chi lavora, con molti nuclei familiari in attesa fino a 10 anni per l’assegnazione di alloggi popolari, o non riescono a pagare le spese di condominio – ha aggiunto Stefano Rizzi, rappresentante della FILLEA CGIL – Nonostante la gravità della situazione, il governo non ha rifinanziato il fondo per la morosità incolpevole, lasciando così molte famiglie in una condizione di ulteriore difficoltà».
La petizione organizzata dal sindacato SUNIA si concentra su due argomenti primari, l’edilizia popolare e quella privata.
«In Edilizia Popolare da oltre vent’anni non si registrano interventi significativi per la creazione di nuovi alloggi popolari. Circa il 70% degli alloggi esistenti necessita di manutenzione e riqualificazione. Ogni anno, 60.000 famiglie avanzano richieste di alloggio popolare, ma la maggior parte rimane inevasa – sottolinea Rizzi – C’è chi ha reiterato più volte la richiesta, impiegando 10 anni per ottenerla, e chi ci rinuncia».
Per quanto riguarda l’edilizia privata invece: « L’assenza di rifinanziamento del fondo affitti colpisce duramente 2 milioni e mezzo di famiglie, che impegna oltre il 40% de proprio reddito per pagare le spese abitative. Una situazione pesante, che chi è a minor reddito, pur lavorando, fatica a sostenere».

COSA CHIEDE SUNIA CON LA PETIZIONE
in particolare, con la petizione il SUNIA chiede:
- Il rifinanziamento dei fondi per sostegno affitto e morosità incolpevole
- Un piano casa con investimenti certi per costruzione e riatto della case popolari
- una legge quadro degli enti gestori che migliori l’efficienza delle case popolari
- un programma di riorganizzazione urbanistica e sociale delle periferie
- una regolamentazione del mercato degli affitti brevi
La petizione si trova in tutte le sedi SUNIA e CGIL: le firme raccolte saranno consegnate alle Presidenze di Camera e Senato contestualmente ad una richiesta di incontro per illustrare le proposte contenute nella petizione.
Il sindacato SUNIA, presente nelle camere del lavoro, offre supporto due giorni a settimana, il lunedì pomeriggio e il venerdì mattina, non solo per questioni legate agli sfratti ma anche per la gestione dei contratti e l’interlocuzione con gli enti di case popolari.
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