Al Condominio di Gallarate arriva Barbara D’Urso con “Taxi a due piazze”
Il "classico" di Ray Cooney viene rivisto con protagonisti femminili, con il ritorno sul palco di Barbara D'Urso, dopo quindici anni. In scena anche Rosalia Porcaro e Franco Oppini

Venerdì 8 dicembre al Teatro Condominio di Gallarate arriva “Taxi a due piazze” con Barbara D’Urso. Scritto da Ray Cooney, lo spettacolo ha sempre avuto successo in ogni teatro fin dal 1984. Ma in questa spiritosa versione la tassista non è un uomo ma una donna (Barbara D’Urso, appunto) dalla vita parallela e con tanti segreti che conosce solo la sua amica (l’amata attrice napoletana Rosalia Porcaro).
Il risultato è un’ottima trasposizione del classico, declinato “in rosa” dallo stesso autore Ray Cooney che lo ha inoltre ammodernato all’oggi. Di una donna anche la regia, Chiara Noschese, già nota per aver diretto prime donne in scena integrando altrettanto bene gli uomini del cast (Franco Oppini, amatissimo dal pubblico nel ruolo del marito; Gianpaolo Gambi, nel ruolo del “quasi marito” segreto; Antonio Rampino, il commissario che strapperà risate a scena aperta, così come Nico De Crescenzo, lo spumeggiante vicino di casa).
L’ensemble tiene alto il ritmo nella ben riuscita commedia degli equivoci, nel cast anche una perfetta Barbara Terrinoni (la commissaria). Il testo è stato adattato per la versione italiana da Gianluca Ramazzotti, già maestro di commedie brillanti ben redatte e dalle battute che si rincorrono e sovrappongono, rinnovando la vecchia formula originale anche con intelligenti richiami “made in Italy”.

Barbara d’Urso interpreta il ruolo di Giulia Rossi, mai priva di femminilità persino quando scende dal suo taxi in tuta e tacchi alti. Una taxista piena di umanità, che aiuta chi è in pericolo per uno scippo e sempre dal cuore grande… talmente grande che, si vedrà, ci può essere posto per due persone da amare. La simpatia che gli italiani provano per Barbara deriva dalla sua popolarità in tv, anche se lei di teatro ne ha fatto, eccome. Ed è stato l’amore per il teatro a riportarla in scena dopo molti anni. Già dal 1993, in “Appuntamento d’amore” con la regia di Pino Passalacqua. Dal 1999 al 2011, con alla regia il grande Pietro Garinei in “E meno male che c’è Maria”. E in Lisistrata di Aristofane, diretta da Walter Manfrè nel 2002. Fu poi la volta di Carlo Goldoni e la sua “la vedova Scaltra”, nel 2007.
Nel 2008, con il Maestro Gino Landi alla regia per “Il letto ovale” di John Chapman e Ray Cooney. La commedia è anche un omaggio a tutte le donne: in un tempo così difficile, lo riporta (troppo spesso) la cronaca nera, è bene sottolineare le loro qualità più comuni: la cura affettuosa, la sorellanza, l’empatia, l’accoglienza, la comprensione e l’ascolto. Un testo che difende pur divertendo la parità di genere: via quella “donna fragile” da prendere in braccio per gli scalini, che non dovrebbe sfoggiare la femminilità nel trucco o nel modo di vestire. Finalmente può svolgere lavori una volta prevalentemente maschili. Oggi guidano i taxi, i treni, viaggiano nello spazio come la nostra Cristoforetti.
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