Riforma delle classi di laurea: studenti più liberi di scegliere le attività formative ma non a medicina
Il professor Ferrari, delegato alla didattica dell’Università dell’Insubria, spiega il cambiamento che entrerà a regime nell'anno accademico '25/26

Maggior interdisciplinarietà e personalizzazione. Sono i due elementi su cui poggia la riforma delle classi di laurea decisa dal Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
La nuova cornice, adottata su proposta del Consiglio universitario nazionale (CUN), consentirà alle Università di promuovere la creazione di percorsi di laurea interdisciplinari, riducendo i vincoli relativi ai crediti formativi da assegnare ai vari ambiti disciplinari, e consentendo così la costruzione di percorsi maggiormente innovativi.
Gli studenti avranno maggiore autonomia nella definizione del proprio curriculum, inserendo attività formative diverse da quelle previste dal proprio regolamento didattico.
« Le novità entreranno in vigore nell’anno accademico 2025/2026 – spiega il professor Mauro Ferrari, delegato alla didattica dell’Università dell’Insubria – I dipartimenti sono chiamati a fare un lavoro di progettazione coordinata per costruire un’offerta più in linea con le esigenze del mercato, le innovazioni e i cambiamenti della nostra società».
Due sono i tratti caratteristici della riforma: « Flessibilità e integrazione sono i due elementi centrali. L’esigenza di avere meno rigidità nella definizione della singola carriera accademica da tempo era un’esigenza sentita da più parti. Gli studenti, in futuro, avranno un nucleo centrale di materie definite dal Ministero minore rispetto al passato, a cui potranno aggiungere materie in modo costruttivo e coerente di dipartimenti differenti. Questa interdisciplinarità consentirà al singolo di seguire una formazione più affine ai propri interessi e in linea con il mercato del lavoro».
La libertà di scelta non si applicherà al percorso di Medicina e Chirurgia: « Questo corso manterrà il suo robusto nucleo rigido anche perché c’è la necessità che i futuri medici abbiano una formazione simile in tutto il paese».
Il lavoro importante, ora, sarà quello dei responsabili della didattica di ciascun dipartimento, chiamati a definire percorsi integrabili con il nucleo centrale, definito a livello ministeriale per ciascuna classe di laurea.
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