Sostegno ai caregiver, Majorino e Astuti (Pd): “Non si può aspettare il governo”
Secondo i due consiglieri Dem Regione Lombardia cerca di scaricare le sue responsabilità sulla questione della riforma dei fondi destinati alle famiglie che si prendono cura di persone con disabilità grave e gravissima

«Regione Lombardia non cerchi di scaricare le sue responsabilità sulla questione della riforma del fondo per le non autosufficienze e sulle risorse per le Misure B1 e B2, destinate alle famiglie che si prendono cura di persone con disabilità grave e gravissima. Siamo d’accordo di fare un fronte comune con le altre regioni per chiedere al Governo la proroga, ma nel frattempo non possiamo stare ad aspettare», rispondono così Pierfrancesco Majorino e Samuele Astuti, capogruppo e consigliere regionale del Pd, alle parole dell’assessora regionale alla Disabilità Lucchini a proposito di quanto sta accadendo con le risorse per i sostegni destinati ai caregiver familiari e non solo.
«Da tempo stiamo dicendo che i servizi vanno potenziati, stiamo suggerendo che prima è necessario attuare quanto previsto dalla legge del 2020 a proposito dei progetti di vita indipendente per le persone disabili. L’unica risposta è arrivata il 28 dicembre con la delibera che taglia i fondi alla disabilità grave e gravissima. Ma da parte dell’assessora ci siamo sempre sentiti dire che andava tutto bene, che non c’erano problemi e che per il 1 giugno sarebbero stati pronti. Adesso, a meno di 5 mesi dall’inizio del nuovo sistema di assistenza e dopo i nostri numerosi solleciti, Lucchini cambia versione e riconosce che siamo assolutamente in alto mare, che Regione non è pronta e deve chiedere la proroga», insistono i dem.
«Buona parte dei Comuni e gli Ambiti sono talmente a corto di personale da non riuscire nemmeno a gestire l’ordinaria amministrazione. Mancano le figure professionali, come operatori qualificati ed educatori, in tutti i territori e in tutti i contesti. Le associazioni che riuniscono le famiglie dei disabili hanno detto a chiare lettere che questa modalità di agire finirà per togliere sia le risorse, sia i servizi. E i voucher spesso non sono la soluzione perché manca il personale professionalmente preparato. Per costruire i servizi sono necessari anni, quindi servono più soldi e una maggiore gradualità nell’applicazione della riforma. È stata approvata nel 2020, c’era tutto il tempo. Noi lo abbiamo più volte fatto presente e ora siamo al punto in cui non c’è più tempo», concludono Majorino e Astuti.
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