A Gallarate debutta il “fattore famiglia”: nuovi criteri a fianco dell’Isee per l’accesso a bonus e contributi
La prima applicazione sarà sulla "Baby card" che sostiene chi fa più di un figlio, ma in futuro si vuole applicarlo anche su altri contributi. Ecco come funziona, come viene appplicato sulla Baby card, quali sono le critiche
A Gallarate debutta il “Fattore famiglia”: la prima sperimentazione verrà attuata per la distribuzione delle “baby card“, i contributi a sostegno del secondo figlio (o successivo). È la prima applicazione di un concetto a cui hanno lavorato a lungo l’assessora ai Servizi sociali Chiara Allai e il consigliere comunale Luigi Galluppi, delegato alla famiglia.
Come funziona?
In sostanza viene introdotto come criterio di distribuzione, in aggiunta all’Isee, «che non viene sostituito ma affiancato», spiegano Allai e Galluppi. L’0bbiettivo è dare una rappresentazione più precisa delle condizioni socio-economiche delle famiglie che si rivolgono ai servizi sociali o comunque ai bonus, come appunto la Baby card.
Gli indicatori sono sette, sei dei quali applicati alla Baby Card, nello specifico: da quanto sono residenti a Gallarate i due genitori (da meno di 10 anni zero punti, da 10 a 20 un punto, oltre i 20 due punti); il numero di figli totali, la presenza o meno di mutuo sulla casa (un punto), la presenza di anziani nello stesso nucleo (un punto per un anziano, due per più di uno anziano), la presenza di non autosufficienti (un punto), l’eventuale condizione di famiglia monoparentale (uno se c’è un solo genitore), la presenza di donne in gravidanza (non applicato nel caso della Baby card, che riguarda proprio il tema bambini neonati).
L’applicazione del fattore famiglia alle Baby Card
Nel caso specifico della baby card è previsto un investimento dell’amministrazione comunale di 25.000 euro. Di questi 16mila circa verranno distribuiti in modo equivalente per tutte le famiglie che dispongono dei requisiti, mentre «gli altri 8750 euro verranno distribuiti applicando il “Fattore famiglia”», per introdurre premialità per i nuclei considerati più fragili dal punto di vista economico-sociale o più “storici” come presenza in città.
Il sistema del fattore famiglia è stato presentato in commissione Sociale, con la prospettiva di un’applicazione anche su altri contributi, accanto all’Isee.Il provvedimento deve essere ancora studiato dalle minoranze, il centrosinistra lo considera interessante ma vede limiti: «È un tema importante. L’attuazione oggi è solo sulla baby card, che è un contributo aggiuntivo senza condizioni particolare. C’è un tentativo di affrontare il tema ma in modo semplicistico, ad oggi non incide in modo determinante» dice Margherita Silvestrini, del Pd.
«Sarà da verificare quando e se verrà applicato ai servizi a domanda individuale». Già oggi però il Pd valuta negativamente un punto: «Di sicuro c’è un indice che non ci trova d’accordo: la premialità sugli anni di residenza. Sfavorisce senz’altro le famiglie giovani che vogliano stabilirsi a Gallarate, sappiamo che è una realtà già difficile da abitare soprattutto per l’accesso alla casa delle giovani coppie, questo nuovo fattore sfavorisce l’accesso ai servizi». Va ricordato che il criterio di “storicità” della famiglia indica punti premiali solo dopo i dieci anni di residenza.
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