A Gallarate in millecinquecento in marcia per la pace
È stata organizzata dalle parrocchie e dal mondo cattolico cittadino. Preoccupazione per i conflitti in corso e inviti all'impegno diretto, individuale e comunitario
Ragazzi e ragazze, famiglie, gruppi organizzati come gli scout e le società sportive, gli anziani: in millecinquecento hanno marciato per la pace nel centro di Gallarate. Un’iniziativa che ha coinvolto le parrocchie cittadine e un po’ tutto il mondo cattolico cittadino.
La marcia ha seguito un itinerario a ridosso del centro storico, partendo dal Centro della Gioventù di via don Minzoni e toccando via Novara, via Palestro, poi via Marsala e l’ingresso in piazza da via Mazzini. In testa lo striscione “Profezia di pace”- o Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace”, preghiera e invocazione storica. Dietro altri striscioni, una grande bandiera della pace retta da un gruppo di scout, gli “sportivi per la pace”.
«Sul tema della pace noi ci giochiamo la fede: abbiamo bisogno di ritrovare la fede di fronte a un mondo disordinato, ritrovare l’idea che la fede e la speranza hanno un senso e che l’impegno non delude» ha detto alla vigilia monsignor Riccardo Festa. «Le guerre mettono in crisi la fede e l’idea che le azioni abbiano un peso nel mondo, l’idea di mettersi a disposizione e efficace nella storia. La parola pace si può dire, non ci si arrende alla prepotenza come unico criterio per portare avanti la storia».
La marcia cittadina per la pace segue quella del 2022, che aveva espresso da un lato la preoccupazione, dall’altro la ricerca di pace del mondo cattolico: allora era la preoccupazione era riaccesa dall’aggressione all’Ucraina, oggi dalla recrudescenza del decennale conflitto tra Israele e il popolo palestinese. Nel fine settimana le iniziative per la pace sono state due, d’impostazione diversa: sabato quella convocata da una serie di associazioni del mondo della sinistra (fianco a fianco posizioni pacifiste e altre più filopalestinesi), domenica appunto la marcia del mondo cattolico.
Alla marcia di domenica l’accento di monsignor Festa era sull’impegno individuale per la pace, evocato ad esempio nel servizio per i poveri (è stata citata l’esperienza del Ristoro del Buon Samaritano) e l’impegno per l’integrazione e convivenza tra persone con provenienza diversa.
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