Enigmatica Russia: a Samarate Igor Sibaldi racconta un Paese in bilico
"La Russia non esiste" è il titolo del romanzo dello scrittore e slavista. Che nell'ambito di Filosofarti ha portato uno sguardo sulla Russia, da sospesa tra Europa e Asia. E ora un po' più lontana da noi

La Russia non esiste: tanto grande da sfuggire a definizioni. Ha a che fare con «qualcosa che non sappiamo descrivere, qualcosa di talmente grande da diventare invisibile: le civiltà».
Lo slavista, scrittore e regista Igor Sibaldi è stato protagonista, mercoledì sera, di un incontro a Villa Montevecchio, a Samarate, in un evento di Filosofarti promosso da Samarate Loves Books e ospitato grazie al Comune.
“La Russia non esiste” è il titolo del suo romanzo e da questo titolo parte il racconto. Lo scrittore chiarisce che le civiltà non sono da intendere limitatamente ai significati presenti sui vocabolari, tuttavia nel loro senso più autentico. Sono enormi organismi viventi, otto o nove capaci di spartirsi il globo, che nascono e muoiono. Sibaldi analizza la presenza-assenza della Russia nelle diverse civiltà, per osservare il rapporto delle nazioni, popolazioni non russe che si trovano a volte facenti parte dello stessa civiltà, altre invece facenti capo a civiltà distinte. Lo scrittore illustra l’oscillazione della Russia tra la civiltà occidentale – i russi fossero affascinanti, colti, cristiani, che leggono Voltaire e ascoltano Bach – e l’Asia – i tartari, non cristiani, ma molto tolleranti. Il gruppo etnico, che invase il territorio russo tra il 1300 e il 1400, ha influito in modo preponderante sulla sua cultura, tanto da generare un’affinità e avvicinare il Paese all’area asiatica.
Tale accostamento, tipico del periodo più florido per lo Stato, è stato significativo al punto che oggi l’oggetto tipico russo sia la matrioska, originaria della Cina, e le fiabe russe abbiano origini persiane. Facendo luce sul concetto di civiltà , quasi invisibile ai nostri occhi, Sibaldi illumina il pubblico sulla proprio fortuna: chi vive oggigiorno ha la possibilità di osservare la spaccatura irrimediabile di una civiltà, evento assolutamente non noto per la sua assidua frequenza.
Cos’è successo? La Russia, pronta dal tempo, è scivolata verso l’Asia. Da tempo cercava di entrare in Europa, ma l’ingaggio non ha mai funzionato a pieno. Dal 2022 la spaccatura è irrimediabile e la rotta russa è orientata all’abbandono dell’area occidentale. A cosa andrà incontro la nostra civiltà occidentale, nome improprio e fuorviante, che fino allo scorso lustro si estendeva dall’Alaska a Vladivostok, comprendendo Australia, Nuova Zelanda e Israele? Sibaldi segnala crollo di certezze e odio, non politico.

Tornando al romanzo, Sibaldi si collega alle speciazioni per presentare il protagonista del libro: un bambino con difficoltà di linguaggio, che parla coi gatti, reputato “stupido” da piccolo, che si scopre “grande” con gli amici. Il suo ippocampo superiore alla noma, sviluppato vivendo con i randagi al termine della guerra, gli permette di ottenere rivincite personali.
C’è qualcosa di autobiografico? «No, non ho mai lavorato per la polizia». Così si conclude la serata con l’autore che regala al pubblico le sue 1000 pagine di amore, spionaggio, guerra e avventura e parecchi spunti di riflessione attuali e coinvolgenti.
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