Gli studenti del Politecnico di Milano immaginano la Laveno del futuro
Gli studenti del corso di laurea in architettura ingegneria del polo territoriale di Lecco del politecnico di Milano per sei mesi studieranno il comune del Lago Maggiore
Laveno Mombello vista dagli studenti del Politecnico di Milano. Sono centoventi gli universitari del corso di laurea in architettura ingegneria del polo territoriale di Lecco del politecnico di Milano che per sei mesi “studieranno” il comune del Lago Maggiore.
«Un territorio molto bello, stretto tra lago e montagna con un grande potenziale che ha la necessità di essere espresso», raccontano gli studenti che abbiamo incontriamo alle sede delle Officine dell’Acqua, Emanuele Ferrario, Filippo Galasso e Luca Ferraro. «Una città molto dinamica, nonostante sia relativamente piccola. Un comune con molti flussi, la stazione, il lago con la navigazione e molto vivo».
Il comune del Lago Maggiore sarà quindi il focus di studio per tutti gli iscritti al corso di progettazione architettonica il cui titolare è il professor Piero Poggiolo. Mentre i tre studenti intervistati lo terranno come oggetto della loro tesi.
Chiara Mezzetti, architetto e rappresentante del corso, spiega: «Abbiamo deciso di lavorare su questo territorio perché è un’area che riteniamo strategica e interessante, sottoposta ad un progetto di riqualificazione. Un comune che sta vivendo un periodo di transizione e cambiamento. Il progetto durerà un semestre, a partire da fine febbraio. Ci concentreremo in particolare nella progettazione di spazio pubblici relativi a quelli che possono essere realtà di progettazione culturale, formativa e altro».
In sostanza, l’obiettivo non è solo quello di far conoscere una realtà nuova agli studenti, ma anche quella di fare in modo che ne possano individuare potenzialità e problemi. «La nostra idea è quella di conoscere le realtà che già esistono sul territorio, come le associazioni, ad esempio, e poter sviluppare progetti anche partendo da ciò che già esiste», raccontano i tesisti.
Lo sguardo esterno di giovani studenti e studentesse è quindi un aiuto concreto per l’amministrazione comunale, così come spiega il vicesindaco Fabio Bardelli: «Con le loro idee e spunti possiamo andare a completare quel puzzle che stiamo andando a predisporre nel nostro comune da un paio d’anni a questa parte. Possono essere la base e il collante per una revisione e una variante del Pgt che non sia solo basata sulla visione di chi lo vive e lo conosce ma da una visione fresca e nuova. Possono portare un contributo e far cresce anche da un punto di vista progettuale Laveno».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mariocas su Sottopassi ancora allagati a Busto Arsizio. Perchè qualcuno ci finisce sempre dentro?
elenera su Alberi secolari? "Ecoballe, cinquant'anni fa lì c'erano campi"
ccerfoglia su Sottopassi ancora allagati a Busto Arsizio. Perchè qualcuno ci finisce sempre dentro?
Felice su Sottopassi ancora allagati a Busto Arsizio. Perchè qualcuno ci finisce sempre dentro?
Felice su Alberi secolari? "Ecoballe, cinquant'anni fa lì c'erano campi"
ccerfoglia su Sottopassi ancora allagati a Busto Arsizio. Perchè qualcuno ci finisce sempre dentro?
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.