Il senso del vivere umano, un incontro a Varese con monsignor Carlo Azzimonti
Relatori e studenti dibattono tra un punto di vista laico e uno e cattolico, tra accademia e mondo ecclesiale, in un vero e proficuo dialogo intergenerazionale
Il Centro Insubre di Studi Politici ha organizzato, presso l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, giovedì 18 aprile, un incontro con monsignor Carlo Azzimonti, vicario episcopale per gli Affari Generali e moderator curiae dell’arcidiocesi di Milano il quale ha curato l’introduzione del libro «Più giusti, più liberi», redatto dall’arcivescovo monsignor Mario Enrico Delpini, al cui interno spiccano i contributi del presidente della Corte di Appello di Milano, Giuseppe Ondei, e del presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di Milano, Mattia Ferrero. L’evento, in cui era presente come relatore Alessandro Franzetti, dottore di ricerca in Diritto e Scienze Umane, è stato moderato da Paolo Bellini, professore ordinario di Filosofia politica presso l’Università degli Studi dell’Insubria, e contestualizzato all’interno del corso di laurea in Scienze della Comunicazione, in particolare del corso di Linguaggi Politici.
Molteplici i temi trattati durante l’evento dai relatori che, principiando da analisi diverse di lettura della realtà, hanno esposto vari modelli interpretativi e di pensiero a favore di un arricchimento personale che possa contribuire a generare un senso di appartenenza e di collettività, a scapito di un individualismo dilagante, soprattutto attraverso l’apprendimento di una coscienza critica, come chiarito da Azzimonti: «Qual è il senso del vivere umano? Questo interrogativo, oggi, ha perso valore. Una riflessione critica è indispensabile per entrare in relazione con gli altri. È indispensabile dimostrare che l’attenzione volta al bene comune favorisce e arricchisce i cittadini in modo maggiore rispetto all’ossessione per il proprio interesse privato. Occorre fondare una modalità che permetta un’interazione reale».
Il tema dell’importanza di una riflessione collettiva al fine di un’azione responsabile è stato approfondito, in una prospettiva filosofica e storica, dal professor Paolo Bellini, il quale ha posto l’attenzione sul debito contratto dal liberalismo con il cristianesimo per cui l’individuo, un tempo considerato attributo dell’essere supremo della religione cristiana, ha potuto affermare le sue prerogative, la sua dignità e i suoi diritti ed affermarsi come concetto teologico secolarizzato.
Dopo gli interventi dei relatori, sono intervenuti gli studenti che hanno posto questioni molto interessanti e profonde, spinti dalla volontà di leggere dentro le cose, con coscienza critica e senza pregiudizi. Vi è stato un bel dibattito tra un punto di vista laico e uno e cattolico, tra accademia e mondo ecclesiale, in un vero e proficuo dialogo intergenerazionale. Come ha concluso il dottor Alessandro Franzetti, citando il cardinal Carlo Maria Martini, arcivescovo metropolita di Milano dal 1980 al 2002 e grande principe della Chiesa, oltre che uno dei teologi più eminenti del ‘900: “Io chiedevo non se siete credenti o non credenti, ma pensanti o non pensanti. L’importante è che impariate a inquietarvi. Se credenti, a inquietarvi della vostra fede. Se non credenti, a inquietarvi della vostra non credenza”.
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