La rivoluzione del funerale digitale ed ecosostenibile
Come sta cambiando il mondo dei funerali? Cresce la cremazione (con disparità tra le regioni), aumentano i servizi digitali ma - lo dicono gli stessi operatori - è necessaria una legge nazionale
Nel settembre del 2022, il mondo ha assistito al funerale della regina Elisabetta II, un evento sontuoso e tradizionale che ha richiamato l’attenzione globale. In netto contrasto, i preparativi per il funerale di Carlo III, pianificato già dal 2024, riflettono un approccio molto più semplice e orientato alla sostenibilità.
Mentre quello della regina Elisabetta II è stato caratterizzato da cerimonie grandiose, processioni lunghe e una partecipazione di massa, il funerale di Carlo III sarà ridotto e più intimo, con un’attenzione particolare all’ecosostenibilità e all’uso di tecnologie digitali per la partecipazione virtuale. Questo contrasto segna un cambiamento significativo nei rituali funerari, che non riguarda solo la famiglia reale ma anche la popolazione in generale con alcuni trend in netto aumento.
IL TREND DELLA CREMAZIONE – Negli ultimi trent’anni, il rapporto degli italiani con la cremazione è cambiato radicalmente, soprattutto nel centro-nord del Paese. Oggi, l’Italia è il quarto Paese europeo per percentuale di cremazioni sul numero dei decessi, con un aumento significativo delle cremazioni anche se la loro diffusione varia ancora molto a livello regionale.
Secondo i dati ISTAT, la percentuale delle cremazioni sul totale dei decessi è stata in costante aumento negli ultimi anni. Se in passato chi desiderava essere cremato doveva predisporre appositi incartamenti burocratici, oggi sempre più famiglie scelgono questa soluzione, considerata migliore sotto vari punti di vista. A livello nazionale, oltre il 34% dei defunti viene cremato ogni anno, con la maggior parte delle cremazioni che avvengono nel centro-nord. Al sud, nonostante un chiaro aumento, le cremazioni sono ancora osteggiate da molti, sia per pregiudizi culturali sia per la mancanza di impianti crematori adeguati.
I vantaggi della cremazione sono molteplici. In molte zone d’Italia, è più semplice e meno costoso inumare resti cremati rispetto a un defunto. Il costo totale delle esequie diminuisce e risulta più semplice trovare un piccolo spazio all’interno di un cimitero. Inoltre, la legislazione italiana ha reso più flessibili le opzioni per la conservazione o la dispersione delle ceneri. È possibile conservare l’urna in casa, oppure disperdere le ceneri sul territorio, previa richiesta al Comune. I costi di un funerale con cremazione in Italia variano notevolmente a seconda dei servizi scelti. Nel 2023, il costo massimo imposto dallo Stato per la cremazione è stato fissato a 515,69 euro, ma i costi complessivi di un funerale con cremazione possono oscillare tra 1.800 e 2.300 euro, escludendo eventuali tributi cimiteriali. Per una quotazione digitale esiste Lastello.it (da Last Hello, l’ultimo saluto), che permette in pochi clic di scegliere e comparare le offerte delle varie Agenzie Funebri Italiane, classificandole per prezzo o vicinanza.
IL TREND DIGITALE – La pandemia di COVID-19 ha accelerato la digitalizzazione di molti settori, compreso quello funerario. Con le restrizioni ai raduni e la necessità di mantenere il distanziamento sociale, molte famiglie hanno optato per cerimonie funebri virtuali. Le piattaforme di videoconferenza come Zoom e Microsoft Teams sono state ampiamente utilizzate per consentire a parenti e amici di partecipare a distanza.
Oggi, anche senza le restrizioni, la tendenza verso i funerali digitali continua. Le agenzie funebri offrono servizi di streaming live delle cerimonie, consentendo a chiunque, ovunque si trovi, di partecipare e dare l’ultimo saluto ai propri cari. Alcuni servizi includono la creazione di memoriali online, dove i familiari possono condividere foto, video e ricordi del defunto.
IL TREND ECOSOSTENIBILE – L’attenzione crescente verso la sostenibilità ha portato all’adozione di pratiche funerarie più ecologiche. Tra queste, la scelta di bare biodegradabili e urne ecologiche è in aumento.
Le bare biodegradabili sono realizzate con materiali naturali come bambù, salice, o cartone riciclato, che si decompongono rapidamente senza lasciare residui nocivi nell’ambiente.
Un’altra innovazione è il compostaggio umano, recentemente legalizzato in alcuni stati americani e in fase di sperimentazione in Europa. Questo processo, noto anche come riduzione organica naturale, trasforma il corpo in terriccio fertile, che può essere utilizzato per nutrire le piante. Questa pratica offre un’alternativa sostenibile alla sepoltura tradizionale e alla cremazione, riducendo significativamente l’impatto ambientale. Infine, una curiosità a margine di questo trend. In Francia, un cimitero ha installato 5.000 pannelli solari, trasformandosi in una comunità energetica rinnovabile (CER) che fornisce energia pulita alla comunità locale.
IL SETTORE – Il comparto funebre in Italia conta circa 6mila imprese, 60mila addetti, 700 case funerarie e un fatturato annuo di oltre 3 miliardi di euro. In generale, la normativa del settore risale al 1990 e necessita di una revisione sostanziale come ha sottolineato Davide Veronese, il milanese neo-eletto dell’associazione di categoria: «È ora che il Parlamento approvi finalmente una legge nazionale sui servizi funerari, che sovrintenda ed omogenizzi l’assetto normativo esistente. Non è immaginabile che una famiglia italiana possa portare un proprio caro defunto in una casa funeraria a Verona, ma non a Viterbo; è ingiusto che, almeno fino a ieri, una famiglia savonese non potesse richiedere un trasferimento a cassa aperta dall’ospedale sino all’abitazione; è impensabile che, ancora ad oggi, i trasferimenti a cassa aperta siano preclusi addirittura tra Regioni vicine, che però non hanno ancora normato in materia. Una legge nazionale, quindi, serve e serve urgentemente».
Uno degli aspetti critici è la disponibilità dei forni. L’Italia ha oltre 80 forni crematori, concentrati soprattutto nelle grandi città e nel centro-nord. Mentre al sud la crescente domanda non è ancora supportata da un numero sufficiente di impianti, costringendo spesso a spostare le salme verso il nord per la cremazione. Inoltre, l’aumento delle cremazioni in Italia, con circa 250.000 cremazioni all’anno (oltre una su tre decessi), richiede una maggiore attenzione alla regolamentazione ambientale degli impianti. Mentre gli inceneritori di rifiuti sono fortemente regolamentati, i crematori non lo sono altrettanto, nonostante la tecnologia alla base sia simile.
Sul fronte culturale, recentemente, il Vaticano ha aggiornato la sua posizione sulla cremazione. Sebbene la Chiesa Cattolica abbia revocato la condanna della cremazione nel 1963, le nuove direttive del Dicastero per la Dottrina della Fede permettono la conservazione di una minima parte delle ceneri in un luogo significativo per la storia del defunto, escludendo interpretazioni panteiste o nichiliste. La dispersione completa delle ceneri rimane vietata, e si promuove la conservazione delle ceneri in luoghi sacri.
Cosa c’è dopo la morte rimane un mistero e, anche se i funerali non sono più quelli di una volta, questo non è necessariamente un cambiamento negativo.
«Gli animali hanno sugli uomini questi vantaggi: non hanno teologi che li istruiscano, i funerali costano loro nulla, e nessuno promuove cause legali per i loro testamenti», François-Marie Arouet, noto come Voltaire.
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