“A Gallarate abbiamo perso cinque anni, ma bene che ci sia una presa di posizione sull’ospedale”
Il capogruppo Pd Giovanni Pignataro guarda con favore all'emergere di un testo di maggioranza sul destino del Sant'Antonio Abate. "Si può valutare. Ma siamo in ritardo: il Comune ha meno potere contrattuale dopo la firma dell'Accordo di Programma"
E dunque ci sarà un documento della maggioranza di Gallarate sull’ospedale cittadino, i servizi da mantenere in centro e il destino delle aree?
«Ho letto la bozza pubblicata: purtroppo ci arriviamo in ritardo e senza avere forza contrattuale, ma bene che ci sia una proposta» dice Giovanni Pignataro, consigliere comunale del Pd ed ex assessore all’urbanistica.
«A leggere la bozza mi vien da dire che si arriva con cinque anni di ritardo a proporre le stesse linee guida che noi come Pd abbiamo protocollato nel 2019 e ri-protocollato nel 2022» continua Pignataro.
Il riferimento è a un documento presentato appunto nel 2019, che immaginava il mantenimento di alcune funzioni negli edifici a Nord e Ovest (su via Bonomi e via Fogazzaro), oltre che ovviamente nel Padiglione Boito, destinando le altre aree a rigenerazione con funzioni complementari.
«Anche noi come il centrodestra immaginavamo di tenere il padiglione Trotti Maino, quello su via Bonomi e l’ospedale vecchio per i servizi sanitari e pensavamo ad un “quartiere solidale” nel resto del sedime».
La proposta Pd del 2019, con le diverse funzioni immaginateSe la proposta è questa, ci sono margini per arrivare a una posizione comune?
«Per ora abbiamo letto di questo documento, ho letto dichiarazioni che dicono che questo documento esiste, aspettiamo di vedere gli atti formali presentati, come si tradurrà in mozione. Non siamo qui per dire No a prescindere: c’è una proposta di mozione (quella presentata da Massimo Gnocchi) che dice che servono linee guida, il centrodestra avanza delle linee guida, quindi si potrebbe arrivare a un documento valido, si può valutare. Certo: le conclusioni sono le medesime ma arrivano incolto in ritardo: il Comune può chiedere ma non contrattare. Le richieste andavano inserite nell’Accordo di Programma, che sarebbe stato così vincolante. Ora il Comune ora non ha uno strumento per contrattare, la proposta senza una effettiva capacità di contrattazione»
«Ultima considerazione: per fortuna abbiamo chiesto il consiglio comunale come minoranze. All’ultimo consiglio abbiamo visto la maggioranza tergiversare per non discutere. Sarebbe stato sufficiente dire che si stava lavorando a una proposta e chiedere un rinvio. Invece abbiamo dovuto in qualche modo forzare la mano».
In ogni caso Pignataro vede un elemento positivo e su cui si può aprire un confronto. «Spero già dalla Commissione capigruppo da convocare prima del consiglio».
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