Amatrice e Accumoli 8 anni dopo il terremoto. Un viaggio che può cambiarti dentro
Il racconto di un viaggio particolare nei luoghi colpiti dal terremoto del 2016 tra macerie, ricostruzione lenta e i volti di chi ha perso tutto e prova a ricominciare
Si dice che il tempo permetta di dimenticare, di far passare il dolore, ma non è sempre così. Quando capitano avvenimenti devastanti come un terremoto, quello che si vede e si prova si ricorderà per sempre.
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Ho deciso di fare un viaggio in alcuni dei territori colpiti dal terremoto del 2016, in particolare ad Amatrice ed Accumoli, per due motivi principali. Il primo è per vedere con i miei occhi la realtà dei fatti, la situazione dei paesi distrutti dal sisma e quanto si stia ancora facendo per ricostruire ciò che non c’è più. Il secondo motivo è che volevo parlare con qualcuno che avesse vissuto sulla propria pelle quelle notti per sentire dalla loro voce cosa si prova a perdere tutto e a dover ricominciare da zero, in un paese distrutto e magari con anche parenti, amici e famigliari da piangere.
Dopo tanto tempo ho ripreso finalmente in mano il mio zaino di viaggio, il “compagno” fedele che porto sempre con me quando mi lancio in nuove avventure ed esploro posti mai visti prima. Questa volta però sapevo è stata diversa dalle altre perché quello che ho visto mi rimarrà sì nella mia mente, ma anche nel mio cuore.
Il primo paese che ho visitato è stato Amatrice. Un piccolo Comune in provincia di Rieti, che inseguito al terremoto ha contato 232 vittime e più di 300 feriti. Percorrendo la strada che porta verso quello che era una volta il centro, c’è un dettaglio che subito ha catturato la mia attenzione: una piccola montagna fatta dei resti delle macerie. Già qui ho capito che tutto quello che credevo di poter sapere non era paragonabile a ciò che avrei visto dopo.
Non molto distante si trovano le case provvisorie realizzate per chi ha perso la propria abitazione. Ho osservato i volti di chi le abita, e non potrò mai dimenticarli. L’aspetto che più mi ha colpito è stato il loro modo di guardare, i loro occhi parlavano da soli: si poteva sentire il dolore e il pensiero costante di aver perso tutto e di dover ricostruire da zero.
Proseguendo, si arriva poi a ciò che sembra quasi un cantiere, dove non c’è più nulla se non un antico campanile. Si tratta in realtà del centro storico di Amatrice, o meglio di quello che ne rimane. Guardando questa immagine, non riesco a non pensare a quanti fino a qualche giorno prima passeggiavano con spensieratezza, pensando al domani come un giorno uguale all’altro. È qualcosa che fa davvero paura e fa capire quanto sia prezioso il tempo.
Dopo aver visitato Amatrice, il mio zaino ha cominciato a farsi sempre più pesante, perché con me non ho portato più solo la voglia di conoscere quanto è realmente accaduto anni fa, ma anche una maggiore consapevolezza e perfino un po’ di paura.
Lasciatami alle spalle Amatrice, i suoi volti, le sue case e i tanti ricordi che sono stati sotterrati dalle macerie sono partita verso la mia nuova meta, un altro piccolo paese che ha pagato un prezzo altissimo al terremoto: Accumoli.
Accumoli, come Amatrice, è stato uno dei Comuni colpiti con più forza dal terremoto del 24 agosto 2016, quando nel pieno della notte, alle 3:36 per precisione, ha devastato il Centro Italia. Arrivarci è stato abbastanza difficile, soprattutto perché seguendo il navigatore non riuscivo a trovare la strada per raggiungere il centro. Ad un certo punto ho parcheggiato in uno spiazzo, con una fontana, una statua commemorativa per le vittime del sisma, una chiesa e un campanile, costruiti con travi di legno e un’impalcatura. Ho deciso di proseguire a piedi, perché con la macchina era impossibile, dato che una via era chiusa e un’altra troppo stretta.
Ma anche a piedi non sono riuscita comunque ad arrivare al paese, perché il navigatore indicava un punto che in realtà non c’era. Ed è stato in quel momento che ho capito: non riuscivo a raggiungere il paese, perché in realtà Accumoli esiste più.
Questo è quello che ne è rimasto, solo macerie. Non potevo crederci, è stato veramente difficile pensare a come un piccolo paese così bello come era Accumoli, un tranquillo Comune di montagna, abbia perso tutto.
Ciò che più mi ha colpito è stato il silenzio assordante. È stata un’esperienza che mi ha profondamente colpito, ma che ha fatto nascere in me nuove consapevolezze.
In parte sapevo cosa aspettarmi e che non sarebbe stato un viaggio facile, soprattutto dal punto di vista emotivo. I video del terremoto, le testimonianze delle vittime, i luoghi distrutti dal sisma sono diffusi sul web e sui social e si possono trovare facilmente, ma vedere tutto questo con i miei occhi è stata veramente un’esperienza unica e che non dimenticherò mai.
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