Una poesia condivisa sotto le stelle: a Samarate si aprono i quaderni e si raccontano emozioni
C'è chi riscopre memorie d'infanzia e chi scrive per i più piccoli, ci sono poeti ragazzini e coppie madre-figlio. Accompagnati dalle liriche in musica di Leonard Cohen tutti si presentano ai Giardinetti di Verghera durante Letture e Versi in libertà, un bell'appuntamento alla 10ª edizione
Ai giardinetti di Verghera sono in molti ad attendere di leggere versi propri e altrui, brani di cui sono autori o appassionati fruitori. In una sera d’estate inoltrata hanno tutti accolto l’invito dell’associazione Amici della Biblioteca e del Centro sociale Dottor Ollearo che per la decima estate ha voluto offrire ai cittadini uno spazio in cui condividere letture di prosa e poesia.
Alfonso Pellizzaro, presidente dell’associazione e presentatore della serata, illustra che ogni intervento letterario sarà seguito da un’intermezzo musicale: il filo conduttore delle differenti letture saranno i pezzi del poliedrico Leonard Cohen interpretato da Stefano Introini e Edoardo Macchi, stasera musicanti e voci dei brani del canadese.
Ad aprire la serata la poesia “Fantasia musicale”, ottima per rendere a parole il ritmo della musica che ci affascina, insieme a una canzone di esperienze vissute: così esordisce la coppia madre-figlio. Segue “So long Marianne” dedicata all’omonima musa di Cohen, capace di sintetizzare la dolcezza e il sentimento familiare appena espresso dalla coppia di autori.
Si abbandonano per un momento le note e le allitterazioni: è il turno di Laura Foletto con il suo intervento celebrativo del 50° compleanno del Parco lombardo della Valle Ticino. La narrazione redatta grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale permette di presentare al pubblico dettagli e curiosità sull’istituzione, con lo scopo di valorizzare, per far conoscere e apprezzare, per tutelare insieme il primo poco regionale realizzato in Italia. Un intervento volto all’amore per il territorio, alla consapevolezza della ricchezza naturale e paesaggistica di cui spesso non ci accorgiamo di godere.
La proposta lanciata dagli organizzatori è stata colta anche dai più giovani. Introdotta con la melodia di “The future”, Mia Artuso, 14 anni, descrive in versi il suo spazio preferito, dove si sente libera: il Monte Grappa. Sognare / Apro gli occhi Intorno a me ci sono solo fili dorati, / Sopra di me un telo azzurro che mi scalda / E davanti c’è una distesa infinita. / Solo in questo momento riesco a respirare e a sperare / E capire il senso di tutto. / Finalmente mi posso rilassare / E continuare a sognare
Si torna alla prosa con il racconto delle cicale di Luigia Macchi (la nostra maestra Piacentini) e il brano che narra l’esame di 5ª elementare di tanti anni fa di Lodovico Aspesi. Un racconto estivo e un pensiero rivolto a chi dopo tanti anni non c’è più. É il momento di “Who by fire”, aria che accompagna il ricordo e la preghiera, ispirata a un poema liturgico ebraico. È Roberto Quantas a portarci poi nell’alta drammaturgia con la sua interpretazione di Corrado D’Elia, mentre Martina Coppola presenta una narrazione per i più piccoli dove la morte diventa uno strumento d’aiuto per capire la vita. La serata potrebbe terminare così: il pubblico continua ad applaudire e c’è chi si commuove.
Ma tra quelle sedie c’è ancora qualcuno che coglie l’invito di condividere qualche suo scritto: ecco i versi in dialetto per spiegare qualche rito o parola che in italiano non trova traduzione di un’artista cardanesa. La serata termina con “Hallelujah” intonata anche dal pubblico che non perde tempo a congratularsi con lettori e autori. Samarate si dimostra ancora una città creativa e vivace.
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