Vino, tempo di vendemmia in Lombardia: -15% uve per nubifragi e maltempo
Lo rende noto la Coldiretti regionale in occasione del via delle operazioni in provincia di Pavia, prima area vitivinicola della regione con i suoi 12mila ettari coltivati a vigneto
Tempo di vendemmia in Lombardia dove, secondo le prime stime, è previsto un calo nella quantità delle uve di circa il 15% rispetto alla media, con punte che vanno dal -5% al -30% a seconda delle zone. Lo rende noto la Coldiretti regionale in occasione del via delle operazioni in provincia di Pavia, prima area vitivinicola della regione con i suoi 12mila ettari coltivati a vigneto.
«I primi grappoli a essere colti – precisa la Coldiretti regionale – sono stati quelli di Pinot Nero e Chardonnay presso l’azienda agricola De Filippi Cantine I Gessi, a Oliva Gessi».
«A pesare quest’anno l’eccesso di precipitazioni – spiega la Coldiretti Lombardia – con nubifragi e piogge reiterate che hanno caratterizzato in particolare i mesi primaverili e l’avvio dell’estate, a cui si sono sommati alcuni episodi di grandinate localizzate. Una situazione – precisa la Coldiretti regionale –favorevole allo sviluppo di funghi parassiti delle viti, con gli agricoltori costretti a interventi straordinari con un aggravio dei costi di produzione».
«In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – ci si attende comunque un’annata soddisfacente dal punto di vista della qualità, ma per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo bisognerà aspettare l’evoluzione dei mesi di agosto e settembre».
«Sono oltre 20 mila gli ettari vitati in Lombardia – continua la Coldiretti regionale – destinati per circa il 90% a vini di qualità grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Produzioni sempre più apprezzate anche all’estero, come testimonia l’andamento delle esportazioni regionali che hanno raggiunto il valore di 327 milioni di euro nel 2023».
«A livello nazionale – spiega la Coldiretti – la vendemmia 2024 è probabilmente quella con le maggiori incognite degli ultimi anni, con un’Italia divisa in due: mentre al Sud la raccolta delle uve è iniziata in anticipo per via della siccità e del grande caldo, al Nord le incertezze sono invece legate agli effetti del maltempo prolungato. Il meteo, peraltro, pesa anche sui costi di produzione – afferma la Coldiretti – , dall’acqua alle strategie di protezione delle uve dagli eventi avversi e dalle malattie, con un aggravio notevole a carico dei produttori».
«Ma a preoccupare – conclude la Coldiretti – ci sono anche alcune politiche Ue, a partire dal via libera della Commissione alle etichette allarmistiche in Irlanda e con il Belgio che si sta muovendo nella stessa direzione. Si tratta infatti di una norma distorsiva del commercio che è il risultato di un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso, mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già 4100 anni prima di Cristo».
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