L’arte che cura: al Circolo le “Vite sospese” di Paolo Borghi

L'opera appartiene ad una serie di sculture, in bilico tra altorilievo e sculture a tutto tondo, cui l'autore lavora da anni. Spartà (Circolo della Bontà): “Onorati di dare il là con un artista di fama internazionale al progetto di sculture a cielo aperto"

Generico 30 Sep 2024

Un altro segno, importante e concreto, dell’impegno della Fondazione Il Circolo della Bontà al fianco di Asst Sette Laghi. Da oggi 30 settembre 2024 nel piazzale che affianca l’ingresso all’ospedale di Circolo in via Guicciardini s’innalza una scultura del maestro Paolo Borghi. L’opera, intitolata “Vite sospese” segna il primo passo verso l’allestimento in quel luogo di uno spazio dedicato all’arte del territorio dopo la realizzazione di un murale di Andrea Ravo su una torre attigua e il restauro e l’esposizione di un dipinto seicentesco di Francesco Torriani nella hall dello stesso ospedale. Il progetto si chiama “CurArti”.

La Fondazione ha donato anche l’ambientazione e la posa della statua, corredandola con panchine e note storiche. «Non siamo solo grati a Paolo Borghi e alla sua famiglia, ma anche onorati di dare il la con un artista di fama internazionale al progetto di sculture a cielo aperto davanti all’ospedale di Circolo di Varese – dice il presidente Gianni Spartà –. Ai maestri del territorio abbiamo chiesto e chiediamo di interpretare la vicenda umana dove essa è più intensa di coinvolgimenti interiori: gli ospedali». “Vite sospese” viene dopo il seicentesco “San Carlo che elargisce le elemosine ai poveri” da due anni installato hall e al “San Sebastiano curato da Irene” di Andrea Ravo, asso della street-art, sempre all’ingresso del Circolo. «Come si coniuga il nostro impegno a migliorare la qualità del tempo passato dai pazienti negli ospedali di Asst Sette Laghi con lo sviluppo del progetto “CurArti”? Con la consapevolezza che l’arte tocca lo spirito, è parte della cura, e che gli ospedali, nella tradizione italiana, sono sempre stati luoghi di civiltà, scrigni nei quali custodire la bellezza, punti di incontro tra servizio pubblico e comunità, secondo le teorie dell’economista Stefano Zamagni, a Varese il 24 ottobre ospite della nostra Fondazione», aggiunge il presidente della Fondazione stessa. A sua volta, il direttore generale dell’Asst Sette Laghi, Giuseppe Micale, tiene a dire: «Ringrazio la Fondazione Il Circolo della Bontà, che da anni è al fianco di ASST Sette Laghi, prendendosi cura dei nostri professionisti e, direttamente e indirettamente, dei nostri pazienti. Accanto a donazioni e progetti di immediata utilità, quali la messa a disposizione delle carrozzine a gettone nella hall dell’Ospedale, al servizio di biblioteca, fino alle grandi donazioni in tecnologia degli anni del covid, la Fondazione investe anche nella bellezza e nell’accoglienza, attraverso il progetto “CurArti” che oggi si arricchisce di un nuovo tassello. Dopo l’opera di Ravo Mattoni e l’allestimento con la bella tela secentesca restaurata nella hall del Monoblocco, ecco il rinnovamento della piazzetta antistante l’ingresso dell’Ospedale di Circolo. Trovo che la statua di Paolo Borghi si inserisca perfettamente nel contesto e crei una narrazione con le altre opere, che ovviamente lasciamo ad ogni visitatore di interpretare. L’ingresso dell’Ospedale di Circolo ora ha tutte le caratteristiche per entrare di diritto nelle guide turistiche della città». Gianni Spartà, evidenzia la «perfetta intesa» con la direzione generale e gli uffici tecnici e ringrazia l’architetto Adriano Veronesi per l’allestimento dell’opera e la storica dell’arte Anna Maria Ferrari per la consulenza prestata: «Questo è un dono che a nome delle nostre comunità dedichiamo a pazienti, medici, infermieri, dirigenti della sanità varesina con un affettuoso pensiero» conclude il presidente della Fondazione Il Circolo della Bontà.

L’AUTORE
Paolo Borghi nasce a Como nel 1942, figlio di Stanislao, affermato orafo e cesellatore di origini comasche; si forma seguendo corsi di disegno architettonico e pittura presso l’Accademia di Brera e di scultura presso il Castello Sforzesco di Milano. Nella sua produzione scultorea sceglie la dimensione figurativa, seguendo il solco tracciato dalla tradizione classica. La trama delle suggestioni iconografiche e dei riferimenti agli artisti del passato è fittissima, indizio di una profonda cultura e di un complesso confronto con l’arte soprattutto del Barocco, del Simbolismo e del Surrealismo. Affascinato dalla scala monumentale, Borghi si è cimentato in opere di grande respiro che dialogano con lo spazio, come ad esempio le cinque sculture monumentali realizzate nel 1987 a Dallas (in Texas, Stati Uniti), poi cedute al Mola Center di Los Angeles. Nello stesso anno realizza il gruppo statuario di Apollo e Dafne, collocato nel complesso di edifici, denominato The Crescent, progettato dall’architetto Philip Johnson a Dallas. Lunga e feconda è stata la collaborazione di Borghi con l’architetto Paolo Portoghesi, ad esempio nel nuovo Centro Civico Culturale e Sociale a Poggioreale, in provincia di Trapani, e in Palazzo Corrodi a Roma, negli anni Novanta, nonché nella chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano a Calcata, in Lazio, tra il primo e il secondo decennio di questo secolo. La collaborazione con Portoghesi è continuata nella concattedrale di S.Benedetto a Lamezia Terme tra 2018 e 2019. Portoghesi, esponente di spicco del Postmodernismo, ha individuato in Borghi “la de-costruzione del mito come obiettivo di una ricerca plastica originalissima”; l’artista scompone e ricompone i riferimenti al passato e al mito in particolare, in sintesi inedite e sempre nuove. Artista di fama internazionale, Borghi ha ottenuto prestigiose commissioni come quella del monumento realizzato nel 2005 in memoria dell’arcivescovo Óscar Romero nella cattedrale metropolitana di San Salvador in El Salvador e quella di un gruppo di statue poste nel mausoleo dedicato a Sun Myung Moon nel Cheon Jeong Gung Museum a Gapyeong, in Corea del Sud, realizzate tra 2011 e 2016. Nel corso della sua carriera Paolo Borghi è stato invitato a importanti esposizioni come la Biennale di Venezia e ha esposto le sue opere in importanti fiere dell’arte contemporanea come Art Basel, Tokyo Art Expo e FIAC di Parigi. Tra i numerosi premi ricevuti si segnala il prestigioso Franco Cuomo International Award conferitogli nel 2023 “per la ricerca materica e formale in una dialettica tra classicismo e anti-classicismo”. Nello stesso anno nel Palazzo del Governatore a Parma si è tenuta un’importante mostra retrospettiva che ha raccolto più di 80 opere grafiche e sculture realizzate in marmo, terracotta e bronzo patinato, prova di un talento raffinato ed eclettico.  Vite sospese

L’OPERA
“Vite sospese” appartiene ad una serie di sculture, in bilico tra altorilievo e sculture a tutto tondo, cui Paolo Borghi lavora da anni. Si tratta di figure umane, spesso in coppia, che sembrano fluttuare nello spazio quasi liberandosi dal piano di fondo della materia cui sono connesse; esse assumono anche una connotazione pittorica, conferita dalla vivace patina cromatica. Per l’artista queste sculture sono opere evocative, cui non intende attribuire un significato prefissato; nascono da impressioni soggettive, visioni estemporanee che affiorano nella sua immaginazione; all’occhio di chi le osserva è lasciata la possibilità di interpretare questa sollecitazione visiva grazie alla propria sensibilità. L’opera scelta nell’ambito del Progetto CurArti evoca la tensione tra l’oscurità e la luce, metafora universale della vicenda umana.
(note a cura della professoressa Anna Maria Ferrari)

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Pubblicato il 30 Settembre 2024
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