Come salvare il giornalismo nella rivoluzione permanente tra social, AI e lettori perduti
L'appuntamento in Sala Campiotti, organizzato da Varesenews insieme all'Ordine dei Giornalisti, ha affrontato il tema della sopravvivenza del giornalismo e dei suoi principi in un'epoca di continui cambiamenti
Salvare il giornalismo significa davvero salvare i giornalisti e le giornaliste? È la domanda alla base dell’incontro che si è svolto in Camera di Commercio a Varese nel pomeriggio della prima giornata di Glocal, il festival del giornalismo organizzato da Varesenews in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti.
Il tema, influenzato dai continui stravolgimenti che interessano il settore dell’informazione, è stato discusso dal presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, dal giornalista Antonio Rossano presidente di Media Studies e dallo storico del giornalismo digitale Mario Todeschini Lalli.
Carlo Bartoli, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, ha affermato che la sopravvivenza del giornalismo deve basarsi su standard etici e deontologici, necessari per il ruolo di vigilanza democratica: se muore il giornalismo muore la democrazia. L’Ordine dei Giornalisti si impegna nella formazione e nella promozione di un’informazione di qualità, superando modelli clickbait che compromettono la sostenibilità del settore. I nuovi consumatori di notizie preferiscono contenuti audiovisivi e seguono volti riconoscibili, spostando il focus dal giornale al singolo giornalista. L’IA offre possibilità, ma le aziende temono per i posti di lavoro. Il futuro del giornalismo richiede attenzione a qualità e verifica, per distinguersi in un ecosistema mediatico influenzato da contenuti potenzialmente falsi.
Antonio Rossano, giornalista e presidente di Media Studies, ha descritto il lavoro dell’Osservatorio sul giornalismo digitale dell’Ordine, che indaga le sfide attuali del giornalismo digitale, tra cui l’intelligenza artificiale, le norme europee e l’impatto dei social media. Il report dell’Osservatorio, intitolato “Il lettore perduto,” affronta il problema della rilevanza del giornalismo, sempre più trascurato dai lettori. Nel suo intervento ha citato Richard Gingras di Google che afferma come la perdita di rilevanza sia la più grande sfida del settore. Inoltre ha sottolineato come la rapidità dell’innovazione tecnologica superi le capacità di regolamentazione delle istituzioni, rendendo difficile un adattamento efficace, soprattutto in un contesto internazionale privo di autorità normativa forte.
Per Mario Todeschini Lalli, storico del giornalismo digitale, la vera rivoluzione del giornalismo è che la rivoluzione non finisce mai. Chiunque immagina di poter stare tranquillo sbaglia. Cosa c’è di invariabile? I geni del giornalismo. Salvare il giornalismo significa salvare i giornalisti e le giornaliste? In un certo senso sì se li intendiamo come custodi di quell’informazione prodotta secondo alcuni criteri condivisi. Dal suo osservatorio, che comprende 30 anni di giornalismo digitale ha poi disegnato lo scenario attuale per andare a prendersi i lettori sottolineando che quello attuale è il momento d’oro del giornalismo per la capacità di raggiungere i lettori con moltissimi mezzi e che il punto debole è la mancanza di forza economica. È il momento di stringere patti coi propri lettori, superando il concetto di vendita di contenuti. La via che può funzionare è quella di condividere con i lettori la missione informativa. Un esempio è il Post.it e anche Varesenews lo sta facendo, su basi diverse, con Materia.
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