L’arte totale di Niki de Saint Phalle al Mudec di Milano
La mostra al “Mudec" racconta una stagione artistica che passo dopo passo si fa liberazione personale e testimonianza attiva di un’arte che trasmette immagini libere, giocose e creative
Un mondo per niente convenzionale è il percorso artistico e esistenziale di Niki de Saint Phalle. Un mondo che fa dell’arte non un semplice evento ma un cammino sospinto da una chiara tensione al protagonismo e lo fa già a partire dai primi lavori, i “Tiri” 1960, opere costruite attraverso l’aggregazione di sacchetti e bottiglie gonfie di colore verso le quali Niki spara con un Flober (fucile a piombini), facendo schizzare su tutti i lati i colori in essi contenuti. Un gesto estremo che metaforicamente la collega al suo stato ansioso e auto distruttivo e che da un punto di vista estetico si apparenta alla negazione del sistema dell’arte così come andava teorizzando il gruppo del Nouveau Realisme di Pierre Restany, nel quale viene incorporata.
Anche le successive “Nanas”, bambole gigantesche dai colori imprevedibili che si muovono nello spazio circostante la loro azione, ricordo d’una infanzia poco felice e di balocchi troppo presto abbandonati. Sono opere che appartengono ad una espressività lontana da schemi artistici definiti e che la impongono come artista, come donna artista, in una Europa ancora immersa (negli anni 60-70) tra poetiche astratte e informali e nell’ indefinito clima iconoclasta del Nouveau Dada.
La mostra al “Mudec”, attraverso un centinaio di opere, racconta una stagione artistica che passo dopo passo si fa liberazione personale e testimonianza attiva di un’arte che trasmette immagini libere, giocose, creative. Le “Nanas” non sono solo grandi figure femminili, emanano sensi di protezione, sono una risposta ad una esigenza interiore, esplorano, fuori da ogni accademismo il tema dell’universo femminile, sono una pura invenzione plastica che malgrado la loro forma smisurata, la vistosità dei colori, ci accompagna con leggerezza dentro un auspicato bisogno di felicità.
Lavoro e vita diventano così una dimensione inseparabile, lo sarà ancora di più quando si lega nel rapporto affettivo con lo scultore svizzero Jean Tinguely. L’incontro crea una dimensione artistica collaborativa, con progetti originali e innovativi che la impegnerà per tutta la vita realizzando: il Giardino dei tarocchi a Capalbio, il Queen California Magical Center in California, la Fontana Stravinsky a Parigi. Sono momenti tra i più felici in cui il suo “giocare” con l’arte passa consapevolmente dalla fase iconoclasta alle giocose Nanas. Lavori più strutturati ma sempre più fantastici elaborati dalla riflessione attorno alla simbologia medianica dei Tarocchi. Un mondo fantastico e favolistico di grande fascinazione.
Così le paure di un tempo si annullano in un gigantesco giardino sognato e realizzato da una illimitata inventiva. Un’arte totale. Come le favole trasformano il quotidiano in un indispensabile momento di vita, così le forme di Niki, nel loro gioco intimo e di dialogo con la natura, ci regalano un inimitabile e liberante momento d’esistenza e d’arte.
NIKI de SAINT PHALLE
M U D E C Milano
Dal 5 Ottobre al16 Febbraio
2025 Via Tortona – N. 56
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