Sanità di confine, l’appello di Astuti (PD): “Fermare la fuga del personale con strumenti di welfare aziendale”
Risorse aggiuntive per finanziare misure sperimentali di welfare aziendale dedicate ai dipendenti delle Aziende Socio-Sanitarie Territoriali, le Asst, situate nelle zone di confine della Lombardia. È questa la proposta che il consigliere regionale presenterà
Risorse aggiuntive per finanziare misure sperimentali di welfare aziendale dedicate ai dipendenti delle Aziende Socio-Sanitarie Territoriali, le Asst, situate nelle zone di confine della Lombardia. È questa la proposta che il consigliere regionale del Partito Democratico, Samuele Astuti, presenterà la prossima settimana, durante le sedute del Consiglio regionale dedicate al bilancio di previsione di Regione Lombardia.
«Queste aree soffrono in modo particolare il problema della carenza di personale – spiega Astuti – poiché le condizioni lavorative offrono spesso meno vantaggi rispetto a quelle proposte oltre confine, rendendo molto più difficile trattenere il personale sanitario e amministrativo. Una situazione che incide negativamente sulla stabilità organizzativa e sulla continuità dell’offerta sanitaria in territori già molto fragili».
«Siamo convinti – prosegue il consigliere dem – che il welfare aziendale possa rappresentare uno strumento efficace per migliorare il benessere dei dipendenti, favorendo la fidelizzazione e aumentando la loro motivazione. Offrire servizi, benefit e opportunità potrebbe contribuire concretamente a contrastare il fenomeno della migrazione professionale verso altre realtà più attrattive».
«Ci auguriamo di riuscire a lavorare insieme ai colleghi di maggioranza per costruire una proposta condivisa e accelerare i tempi – sottolinea Astuti – anche perché la famigerata tassa sulla salute imposta ai vecchi frontalieri penalizza i lavoratori, ma non risolve in alcun modo questo problema».
«Approvare la nostra proposta rappresenterebbe davvero un primo passo importante verso la valorizzazione del personale sanitario e amministrativo, con ricadute positive anche sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini», conclude Astuti.
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