“Taccuino di chirurgia” il nuovo libro di Renzo Dionigi che racconta pregi, difetti e prospettive della sanità
L'ultimo della vasta produzione letteraria dell'ex Rettore dell'Insubria, analizza lo stato di salute della sanità odierna, tra innovazioni tecnologiche e certezze professionali

È un taccuino ma anche un compendio, una lezione ma anche una scoperta, un’analisi ma anche una visione.
Il professor Renzo Dionigi, già primario di chirurgia all’ospedale di Varese e primo rettore dell’Università dell’Insubria, ha appena pubblicato un nuovo libro. L’ultimo di una ricchissima e varia attività editoriale che lo vede spaziare dalla medicina all’arte, dalla storia alla ricerca scientifica.
Taccuino di Chirurgia è un libro divulgativo in cui si rivolge al paziente per spiegare l’arte chirurgica “dall’ago e filo fino all’intelligenza artificiale”.
La storia non deve essere un’elegia del passato, ma una spinta per il futuro, con senso sicuro della direzione da prendere
Così afferma Alberto Quadrio Curzio, presidente emerito dell’Accademia nazionale dei Licei, nella prefazione di un libro che combina analisi con valutazioni dettate dall’esperienza ma anche dalla consapevolezza che il progresso è inarrestabile.
Maestri e mentori
«Uno dei temi centrali riguarda il ruolo dei maestri e dei mentori nella formazione dei chirurghi. La chirurgia non ammette autodidatti: chi cerca di formarsi da solo rischia di compromettere se stesso e i pazienti. Attualmente, la formazione dei chirurghi in Italia è problematica: le scuole di specializzazione non riescono a garantire il numero minimo di interventi richiesti dalle normative europee. Questo perché, a differenza di altri paesi, in Italia le scuole di specializzazione sono gestite esclusivamente dalle università, che spesso dispongono di strutture chirurgiche limitate. Occorrerebbe fare come in altri paesi dove la formazione è affidata alle società scientifiche e non agli atenei».
L’importanza del chirurgo generale
Attraverso l’analisi di alcuni modelli e di pratiche, il professor Dionigi esprime anche una valutazione di merito dell’attuale sistema sanitario dove si concede poco spazio alla comunicazione e alla relazione con il paziente che andrebbe aiutato maggiormente a comprendere la sua condizione.
Il sistema formativa attuale, poi, punta all’estrema specializzazione della figura del chirurgo: « È necessario salvaguardare la figura del chirurgo generale, uno specialista che sappia lavorare su più distretti, in modo trasversale perchè sul tavolo operatorio spesso ci sono persone con più problematiche. Si deve essere in grado di fare bene tutto il lavoro per gestire le inevitabili complicanze che possono insorgere al tavolo operatorio».
Nel libro, il professor Dionigi dedica un capitolo alla chirurgia oncologica che fatto enormi progressi, grazie all’immunoterapia e alle diagnosi genetiche, in grado di migliorare la qualità della vita anche nei casi più gravi.
Le donne in chirurgia
Un capitolo riguarda le chirurghe donne, figure sempre più presenti nel sistema ma rare se si guarda ai ruoli apicali dei diversi ospedali: «Questo squilibrio è dovuto a una persistente predominanza maschile nel settore, nonostante l’indiscutibile contributo delle donne alla chirurgia».
La chirurgia dell’intersessualità
L’autore si sofferma anche su temi più inusuali, come la chirurgia dell’intersessualità. Spinto dalla curiosità e dalla volontà di approfondire l’argomento, l’ex chirurgo, in pensione dal 2012, ha studiato il tema confrontandosi con esperti del settore: «La medicina genetica oggi riconosce l’esistenza di più di due sessi biologici, e questa conoscenza dovrebbe essere più diffusa, anche per migliorare l’approccio medico nei confronti di persone intersessuali».
C’è poi un capitolo relativo alla chirurgia dei migranti, una sfida sempre più urgente: « Nei paesi d’origine spesso mancano strutture sanitarie adeguate e molti di questi pazienti arrivano in condizioni sanitarie critiche, aggravate da mutilazioni e violenze subite».
La sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale
Dopo aver affrontato le complicanze e la mortalità in chirurgia, l’innovazione tecnologica con l’intelligenza artificiale e la radiologia interventistica, l’ultimo capitolo è dedicato alla sostenibilità della sanità pubblica.
Attraverso un dialogo con l’esperto Vincenzo Salvatore, professore ordinario di Diritto dell’Unione europea per molti anni a capo dell’EMA, l’Agenzia europea del farmaco, l’autore approfondisce i punti critici dell’offerta odierna, le cause e i possibili correttivi.
«Ho posto alcune domande per analizzare gli sprechi e le inefficienze del sistema sanitario come il ricorso a esami diagnostici superflui, che comportano costi elevati senza un reale beneficio per i pazienti, oppure il ruolo dei medici di base, che sempre più spesso si affidano esclusivamente ai referti senza visitare il paziente. Il dottor Salvatore dà una fotografia dello stato dell’arte tra finanziamenti, tra i più bassi in Europa, sprechi generalizzati, gestione aziendalista delle strutture ed eccessiva politicizzazione della governance».
L’ultimo capitolo è dedicato alla seconda passione del professor Dionigi: «Il libro si chiude con una riflessione sulla relazione tra chirurgia e arte contemporanea, evidenziando il valore estetico e iconografico di alcune immagini legate alla pratica chirurgica».
Un libro di 200 pagine che dà una lettura personale ma anche professionale della sanità odierna, un giudizio in chiaro scuro da cui trarre insegnamenti preziosi per iniziare a utilizzare il sistema nazionale con maggior spirito critico ma anche rispetto.
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