“Ritorno al Breithorn”: memoria e montagna nel viaggio di Dario Tubaldo
Sala gremita a Materia Spazio Libero per la proiezione del documentario di Dario Tubaldo, che racconta il suo ritorno sul Breithorn dieci anni dopo essere sopravvissuto a una valanga

Un viaggio tra passato e presente, tra il fascino della montagna e il ricordo di chi non c’è più. Mercoledì 12 marzo, la sala di Materia Spazio Libero ha accolto un pubblico numeroso per la proiezione di “Ritorno al Breithorn”, il documentario di Dario Tubaldo che ha raccontato il suo ritorno sul Breithorn, dieci anni dopo essere sopravvissuto a una valanga.
Nel 2014, mentre girava un documentario sullo snowboard alpinismo, Tubaldo è stato travolto da una valanga, uscendo miracolosamente illeso. “In quel momento la telecamera era accesa, è stato tutto documentato, ma per molto tempo ho tenuto quel video in archivio”, ha raccontato il regista. “Non mi sembrava giusto raccontare la mia storia per come l’avevo vissuta. Ma negli anni successivi sono nate amicizie proprio a causa di quell’incidente, e insieme a queste persone ho realizzato tanti progetti. A distanza di dieci anni, ho capito che forse quel video non era una chiusura, ma l’inizio di una nuova storia”.
Accompagnato dagli amici Stefano Fontanelle, Ettore Personnettaz e Shanty Cipollini, Tubaldo ha ripercorso la salita al Breithorn, in un viaggio carico di significato: dalla tragedia della valanga alla riscoperta delle emozioni che legano l’uomo alla montagna. Ma il cuore del film è soprattutto il ricordo degli amici con cui aveva scalato la Grivola, alcuni dei quali – Alessandro Letey, Alfredo Canavari, Edoardo Camardella e Luca Pandolfi – hanno perso la vita in incidenti di montagna. “Ho voluto rendere omaggio a chi non ha avuto la mia stessa fortuna e dare modo alle persone di conoscere e appassionarsi a queste storie”, ha aggiunto il regista.
Dopo la proiezione, il pubblico ha partecipato a un momento di dialogo, guidato dal giornalista di VareseNews, Roberto Morandi, che ha approfondito con Tubaldo e Luca Cusani, regista del film, le tematiche del documentario: il rapporto tra uomo e natura, il rischio, la consapevolezza e il valore della memoria.
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