La ri-fascistizzazione
Il lettore: “Occorre una forte mobilitazione per ribadire l’antifascismo come base fondamentale per tutte le cariche dello stato, siamo ad una ri-fascistizzazione dello stato e della società e le premesse ci sono tutte“

Egr. Direttore Le invio questa mia con la speranza di pubblicazione,
Lo si è saputo pochi giorni fa: una maschera della Scala di Milano viene licenziata perché ha osato esprimere una opinione durante il concerto alla scala del 4 maggio che ha visto la presenza del Presidente del Consiglio, ha urlato semplicemente quello che milioni di italiani vanno dicendo nelle piazze nelle iniziative pubbliche e nelle scuole: PALESTINA LIBERA.
La lavoratrice, assistita dal sindacato Cub, ha ricevuto il licenziamento dal sovrintendente Fortunato Ortonbina e il sindacato giustamente lo ha reso pubblico. “È arrivato – scrive in una nota il sindacato – il verdetto ghigliottina della direzione nei confronti della giovane donna del personale di sala che, dalla prima galleria, ha urlato ‘Palestina libera’ prima del concerto del 4 maggio. È evidente che esprimere questa solidarietà non è un fatto isolato ma sono milioni i giovani nel mondo che stanno manifestando per fermare il genocidio in atto a Gaza”. Ora il sindacato chiede il reintegro immediato della maschera, e promette azioni sindacali contro quella che viene definita “un’azione scandalosa” da parte del nuovo sovrintendente. “Difenderemo il diritto al lavoro e il diritto a manifestare il proprio pensiero”, conclude la nota del Cub.
Questo episodio come gli altri avvenuti in tutto il paese, pestaggi a inermi studenti, fermi di persone solo perché sventolavano bandiere palestinesi o anche rosse, con schedature, intimidazioni, proibizioni, divieti, DDL, ci stanno portando a ricordare ciò che avvenne all’inizio del secolo scorso, e non per ultimo il premierato, nel contempo si tollerano raduni nazisti di vario genere o anniversari con il saluto romano.
L’ascesa al governo del centrodestra, il governo Meloni ottobre 2022, segna l’inizio della trasformazione delle istituzioni statali secondo i principi e le pratiche di allora con una serie di leggi che limitano le libertà civili e instaurando di fatto un regime di polizia, con il DDL sicurezza siamo al regime, le riforme della giustizia che tendono a coprire le responsabilità dei camici bianchi, le intercettazioni che ridotte limiterebbero la possibilità di smascherare legami tra ambienti mafiosi e apparati dello stato, vergognose ma nell’ottica del regime le affermazioni della seconda carica dello Stato che invita a non andare a votare i referendum che cancellerebbe i misfatti sulla dignità dei lavoratori e delle lavoratrici.
Occorre una forte mobilitazione per ribadire l’antifascismo come base fondamentale per tutte le cariche dello stato, siamo ad una ri-fascistizzazione dello stato e della società e le premesse ci sono tutte.
Andare a votare SI ai referendum renderebbe più difficili licenziamenti come questo che è palesemente senza “giusta causa”.
L’8 e 9 giugno è necessario andare a votare e votare 5 SI per la tutela, la dignità di chi lavora, per difendere il diritto ad esprimere sempre la propria opinione e il proprio dissenso.
Piero Osvaldo Bossi
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