L’alba magica di Frida Bollani Magoni a Villa Arconati
Il racconto del concerto all'alba della giovane musicista, inserito all'interno del ricco programma del parco. A seguire l'intervista

La notte è piovuto e la terra profuma di buono nel parco di Villa Arconati, dove le prime luci dell’alba consentono di ammirare lo stupendo scenario nel quale è stato installato il palco che ospita Frida Bollani Magoni, accompagnata da Mark Glentworth, eclettico percussionista e compositore, che assieme a lei sta percorrendo l’Italia nel tour ‘Semplicemente Frida’.
(Foto di Angelo Redaelli)
Tappa speciale quella di Bollate, che prevede la formula del “concerto all’alba”, con le prime note suonate alle sei del mattino in punto, orario d’inizio dell’evento. Orario, peraltro, che non ha scoraggiato il numeroso pubblico accorso in villa ad ascoltare la giovanissima e promettente musicista.
Sul palco Frida Bollani Magoni ci sale senza cognomi: il titolo del tour sembra proprio far leva su questo concetto, lei è Frida prima di tutto e il palco lei se lo prende con una personalità e una sicurezza fuori dal comune, visti anche i 21 anni non ancora compiuti.
E su quel palco non ci porta neppure il suo Bösendorfer Imperial a 92 tasti, con la sua coda di tre metri: al suo posto un pianoforte elettrico, con il quale vuole modulare suoni e vibrazioni moderne, spingendo su aperture elettroniche a tratti pure molto spinte. Accanto a lei, il vibrafono Glentworth, in una presenza discreta ma intensa, che ben somministra le sue percussioni concedendo rotondità e calore al dialogo musicale tra i due, assolutamente perfetto.
E poi c’è un altro motivo che ha fatto propendere l’artista per la scelta di quello strumento, Frida Bollani Magoni ha voluto guardare in faccia il suo pubblico, chiedendo di rivolgere il suo pianoforte verso la platea, e sin dal primo istante proprio alla platea si è rivolta: dialogando, ridendo e scherzando tra un pezzo e l’altro. Un gesto semplice, ma potente, il suo.
Si parte, l’artista, affetta da amaurosi congenita di Leber, malattia genetica agli occhi che le consente di percepire solo luci e ombre, rigorosamente in bianco e nero, parla di un alba dai colori rossi e blu, e di una luce calda, gialla, almeno così dice di immaginarsela.
Spazio alle note, si parte con una serie di inediti, e di un pezzo scritto in giovanissima età, ‘The Bridge’, che parla delle sfide e delle insicurezze tipiche di una giovane cantautrice che cerca la propria identità artistica. Tra le note racconta anche quanto sia difficile trovare quel “qualcosa di speciale” nei suoi brani, della costante ricerca del “bridge emotivo” che le permetta di connettersi profondamente con il pubblico.
Qualche cover, poi spazio anche al rock’n’roll, e l’immancabile Caruso di cui dimentica le parole a metà, “colpa della levataccia” dice, per poi riprendere e chiudere in una bellezza armonica capace di fondere note e voce in maniera sublime. Altre cover, altri inediti, c’è spazio anche per Futura di Dalla, che canta e racconta in una specie di poesia rivista.
Poi tocca alla platea, che chiede ‘Hallelujah’, lei sorride e la canta, in un’interpretazione magistrale, quelle dita che sfiorano i tasti, e quel suono quasi ruvido, addolcito dal vibrafono che sembra tenere a bada la potenza di quella giovane ragazza, che dal terreno però si stacca, volando in alto con la sua voce sospinta da note perfette.
Gran finale dedicato a ‘Wonderful’ di Paolo Conte, che ferma a metà quando decide di continuare con il pubblico, che poi addirittura sfida in una sorta di duetto canoro, in un crescendo di assoli impossibili da imitare ma talmente belli da rimanere incisi nel cuore, mostrando a tutti, grazie a quelle fantastiche note, quei colori rosso, blu e giallo che Frida ha immaginato.
Intervista a Frida Bollani Maconi
Lei ha un piano bellissimo a casa, un Bösendorfer Imperial a 92 tasti, ma non lo ha portato, scegliendo un pianoforte elettrico, tra l’altro abbinato ad un vibrafono. Vero che nel DNA Bollani/Magoni c’è il senso della sperimentazione, ma non è un po’ troppo?
“Ho molti pianoforte, ma il Bösendorfer Imperial è il mio preferito. Lo capisco, può sembrare una scelta azzardata l’abbinamento pianoforte elettronico/vibrafono e forse in effetti lo è, ma per il tipo di concerto che avevamo in mente è perfetto. Oltre al motivo puramente musicale, infatti il vibrafono serve ad arrotondare il suono energico del piano elettrico, ho voluto rivolgermi fronte verso il pubblico, ed anche se io non posso vedere loro ma solo immaginarli, ecco voglio che ci guardino in faccia”.
Molte meno cover in questo tour, a favore di una variegata produzione personale. Quanta influenza c’è nelle sue composizioni il fatto di vivere a Londra?
“In realtà mi divido tra la Versilia e Londra, però si ho scritto moltissimo a Londra, l’ho fatto anche in Versilia dove c’è la famiglia e il mare… però è vero penso e scrivo in inglese, amo la lingua la trovo affine al mio modo di essere. Penso che la ‘City’ sia la perfetta fusione di musiche diverse, etnie diverse e quindi stimoli perfetti per chi fa il mio lavoro. Li è molto facile subire influenze musicali”.
Da tempo si parla di un suo disco, ci sono aggiornamenti?
“Posso dire che si sto facendo cose, ci sto lavorando con molte idee. Forse non sono arrivata ad ottenere quella perfezione che cerco, e che mi consentirà di realizzare qualcosa di qualità, ma non siamo neppure così tanto distanti. Questo spettacolo stesso, tra l’atro, è un primo passo verso un nuovo percorso, che potrebbe far cambiare tutto, quindi non va visto come un semplice tour. Quest’anno di sicuro no ma il prossimo anno vorrei pubblicare qualcosa di nuovo”.
Villa Arconati Festival 2025 – Il programma musicale
Con i suoi 12 ettari di giardini monumentali, Villa Arconati ha dimostrato ancora una volta di essere molto più di una “piccola Versailles”: è un luogo dell’anima. Davvero interessante questa edizione 2025 del Festival, grazie ad una programmazione musicale ricca e variegata: oltre ai concerti all’alba, grandi nomi del pop internazionale, virtuosi della chitarra e la travolgente energia della taranta.
Ecco le date da segnare:
Giovedì 10 luglio, ore 21
Eugenio in Via Di Gioia – L’amore è tutto Summer Tour
(ore 19: proiezione cortometraggi vincitori del festival “Short Out”)
Domenica 13 luglio, ore 21
Tony Hadley – L’ex voce degli Spandau Ballet in tour
Martedì 15 luglio, ore 21
Angelo Branduardi – Cantico Tour ispirato a San Francesco
Mercoledì 16 luglio, ore 21
Valerio Lundini & I Vazzanikki – Musica e umorismo surreale
Giovedì 17 luglio, ore 21
Super Taranta – Gran finale con Castrignanò e Mauro Durante
I concerti serali iniziano alle ore 21, apertura casse dalle 19:30. E’ attivo un punto ristoro attivo ogni sera sotto il portico della Corte Nobile.
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