Il benzinaio di Varese che ha trasformato la sua stazione in un museo del vintage
All'area di servizio Q8 di via Sanvito Silvestro risuonano frequenze radio e dischi anni ’70. Qui Maurizio Malnati, 61 anni, ha creato qualcosa di unico: un distributore che è anche un viaggio nel tempo

L’effetto è notevole, per chi va a pagare alla cassa il “pieno” di benzina. In via Sanvito 62 a Varese, infatti, c’è un distributore di benzina decisamente diverso dagli altri: quello gestito ormai da decenni da Maurizio Malnati.
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Quando si varca la soglia del suo ufficio, infatti, si viene accolti da un universo parallelo fatto di radio d’epoca e vinili che raccontano decenni di storia. «Questa è la radio più vecchia che ho – ci dice indicando con orgoglio un apparecchio degli anni ’50-’60 – “E questo è un ricevitore: qui dentro ho anche una stazione da radioamatori».
La storia del punto vendita comincia prima della gestione di Maurizio, e affonda le radici nel dopoguerra. «Mio padre aprì qui nel ’53 – Racconta mentre mostra vecchie foto appese al muro – È nato come CF Petroli nel ’54, poi è passato ad Aquila nel ’57-’58, poi Total, Shell e ora Q8. Tanti marchi, ma sempre lo stesso posto». Una continuità che è avvenuta anche grazie al fatto che dal papà la gestione della pompa di benzina è passata al figlio Maurizio, intorno al 2000. «Fin da dopo la terza media sono venuto ad aiutare mio papà. E, anche se prima avevo un negozio di motori di fronte al comune di Varese, ho chiuso nel 2000, e sono tornato qui».
Un mestiere che non passerà, però, alla terza generazione dei Malnati: il figlio di Maurizio, infatti, ha una carriera molto ben avviata in tutt’altro settore, quello dello spettacolo: «Io sono radioamatore, ma mio figlio è Youtuber» spiega, in qualche modo segnando una continuità “nerd” tra le generazioni «E ha fatto anche uno spettacolo teatrale al teatro di Varese». Con questi indizi non è difficile capire di chi è papà: si tratta di Jacopo Malnati, una delle due anime de IPantellas, il duo star del web (e ormai di molto altro) con le radici a Varese.
La prima cosa che si nota entrando nell’ufficio e cassa del distributore è la collezione di vinili e di altro modernariato, ma è quando apre una porta sul retro e accende la sua radio che gli occhi di Maurizio si illuminano davvero. «Sono un appassionato di radio da sempre. Prima ero un appassionato di CB, poi ho preso il patentino di radioamatore. Parlo con persone che stanno in Australia, in Tasmania, in tutto il mondo: dipende dalle ore in cui mi collego» spiega mentre sintonizza le frequenze.

Sul tetto dell’edificio svetta un’imponente antenna che lo collega questa piccola stazione di Varese con radioamatori di ogni continente. Ma di che cosa parlano? «Noi radioamatori parliamo di noi: del nostro hobby, del lavoro, delle antenne. ‘Che antenna hai? Che microfono hai? Quanti anni che sei radioamatore?’ Non è che ci mettiamo a parlare di politica – precisa -Siamo ancora tanti, anche a Varese. Abbiamo anche una sede locale dell’associazione, in viale Belforte».
Accanto alle radio, una collezione di vinili ereditata da sua sorella attira l’attenzione dei clienti. «Mia sorella una volta mi portò a casa un disco dei Deep Purple, “24 carat”: da allora ho cominciato a collezionare dischi, fino ad oggi». I vinili sono la colonna sonora del distributore, riprodotti da uno stereo HiFi anni ’80, che i clienti si fermano spesso ad ascoltare: il sottofondo di oggi sono i Collage e i Romans, pezzi che Maurizio definisce “super vintage”. «La moda di adesso non mi piace molto – confessa – Preferisco la musica di allora perché aveva la melodia. Aveva le parole che significavano qualcosa. Ora la melodia non c’è più».

Sui muri dell’ufficio anche poster e foto di famiglia: tra di essere spicca una gigantografia del figlio Jacopo nel duo comico iPantellas. «È bravo, ha saputo inventarsi una nuova professione – dice con orgoglio paterno – Adesso lo vedrete con i capelli un po’ più corti, meno male. quel ciuffo che aveva non lo amavo molto».
Tutti questi memorabilia occupano gli spazi che altri normalmente utilizzano per il market: «Prima anch’io vendevo l’olio e quelle robe lì. Poi, quindici anni fa ho fatto una mia scelta, che a che i proprietari dell’area di servizio hanno rispettato. Mi conoscono, sanno che io sono così. Non mi dicono mai niente, e sono loro riconoscente».
E così, in questa stazione di servizio che è diventata un piccolo museo, Maurizio Malnati continua a fare il pieno non solo di carburante, ma anche di storie, musica e connessioni che attraversano oceani e generazioni. Perché a volte, per viaggiare davvero lontano, basta fermarsi in un posto speciale.
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