Famiglie più caute, imprese prudenti: il doppio volto dell’economia italiana
Il nuovo bollettino della Banca d’Italia fotografa un Paese in cui le famiglie riducono i debiti mentre le imprese faticano a crescere con il credito

Le famiglie italiane sono sempre più caute. Secondo l’ultimo rapporto della Banca d’Italia, pubblicato ad agosto, il peso dei debiti sul reddito disponibile è sceso ai livelli minimi e rimane inferiore anche rispetto alla media europea. Mutui e prestiti per l’acquisto della casa continuano a rappresentare la voce di indebitamento principale, ma con livelli decisamente più bassi rispetto a Francia e Paesi Bassi.
Anche il credito al consumo resta contenuto: un segnale che gli italiani, di fronte all’incertezza economica, scelgono la strada della prudenza.
LE IMPRESE INVESTONO MENO
Diversa la situazione per le imprese. Se da un lato l’Italia presenta un indebitamento più basso rispetto ad altri Paesi dell’Eurozona, dall’altro la tendenza alla riduzione dei debiti potrebbe riflettere non solo solidità patrimoniale, ma anche una minore propensione a investire.
In Francia e nei Paesi Bassi, per esempio, il rapporto tra prestiti e Pil resta molto più alto, segno di economie che puntano maggiormente sul credito per sostenere la crescita. Gli indicatori di leverage – cioè il rapporto tra debiti e patrimonio netto – mostrano come le aziende italiane abbiano ridotto la loro esposizione rispetto agli anni della crisi finanziaria.
CONDIZIONI ADEGUATE PER INVESTIRE
Negli ultimi tempi, inoltre, i bassi tassi d’interesse hanno alleggerito gli oneri finanziari, rendendo i debiti più gestibili. Ma con una politica monetaria meno favorevole, il costo del credito potrebbe tornare a salire e complicare i piani di sviluppo delle imprese.
Famiglie dunque più solide e meno indebitate è un dato positivo, ma la crescita economica e la ripresa economica passano soprattutto dalle imprese che per investire hanno bisogno di condizioni adeguate.
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