Il tennis come metafora della vita: ogni partita è una storia

Una nuova rubrica dedicata a come può essere letto e raccontato il mondo del tennis, per giocatori, appassionati sportivi o semplici curiosi

Il viaggio del tennista

Oggi Sinner a Alcaraz sono degli eroi? E ieri Federer, Nadal e Dijokvic? Sì, sono degli eroi, a livello narrativo: i loro percorsi hanno attraversato tutte le tappe del mito, dalla conquista delle coppe (reali e simboliche) al confronto con gli antagonisti, passando da mentori, alleati, sacrifici, e molto altro. Come accade nella vita, tutti i giorni. L’unica differenza è quella di essere consapevoli o meno che si sta compiendo un viaggio.

Ogni sport racconta una storia, ma il tennis, più di altri, incarna un racconto completo. Il campo non è solo uno spazio di competizione, ma una vera e propria arena narrativa dove si consuma questo viaggio, spesso interiore, a volte eroico, per il singolo tennista e anche per chi lo affianca, lo accompagna, lo sostiene.
Ed è da questa consapevolezza che nasce la rubrica “Il viaggio del tennista“: un appuntamento settimanale in cui esploreremo il tennis come racconto, come mito contemporaneo, come specchio della trasformazione umana.

L’idea si fonda sulle teorie della narrazione che accompagnano il cinema, i libri, i miti stessi della storia. Sono le teorie nate quasi un secolo fa, quando il russo Vladimir Jakovlevič Propp analizzò e scompose le fiabe per bambini in 31 punti (chiamati “funzioni”): tappe di una narrazione che si ripetevano in quasi tutti questi racconti tramandati nei secoli.

Fino ad arrivare alla narrazione moderna con l’analisi L’eroe dai mille volti” di Joseph Campbell e le successive elaborazioni di Christopher Vogler con il suo “Viaggio dell’eroe. Ed è stato proprio il cinema, alla settima arte, ad appropriarsi di questo approccio narrativo. Uno studio che ha permesso di suddividere i racconti, i libri, i film, in tappe costanti che si ripetono in ogni narrazione, soprattutto quella occidentale.

E così anche nel tennis. Cambiano i protagonisti, ma le sfide, le tappe, gli antagonisti, le vittorie, le conquiste, sono un ciclo continuo che si ripete. Non una storia già scritta, ma una serie di eventi che possono costruire una partita e, perché no, una carriera. Tappe che, se si conoscono, possono contribuire a far crescere la consapevolezza di essere dentro una narrazione che ognuno di noi può scegliere come affrontare. Anche se non si è dei tennisti, ma semplici appassionati. Questo perché proprio il tennis è una metafora condensata di quello che ci accade tutti i giorni.

Ogni match, ogni torneo, ogni carriera possono essere letti come un percorso a tappe, fatto di prove, crisi, alleati, mentori, cadute e rinascite. In questo schema, il tennista diventa l’eroe moderno: solo, vulnerabile, ma anche capace di trasformarsi, superare ostacoli e portare a casa un’esperienza che va oltre la vittoria o la sconfitta.

Non è un caso che il tennis di oggi sia sempre più spesso raccontato in termini narrativi. Le carriere di Novak Djokovic, Rafael Nadal, Roger Federer, ma anche quelle più recenti di Jannik Sinner, Carlos Alcaraz o Naomi Osaka, sono vere e proprie epopee contemporanee. Ogni cambiamento tecnico, ogni crisi psicologica, ogni infortunio, ogni scelta strategica viene interpretata come un passaggio chiave in una trama più ampia: quella della ricerca di sé, della propria identità sportiva e umana.

Ogni partita è una storia. Non solo perché ha un inizio, un conflitto e una fine, ma perché porta con sé un potenziale di trasformazione, di crescita, di apprendimento, che portiamo anche nella vita di tutti i giorni. Anche il match più breve, la sconfitta più netta, può rappresentare un momento decisivo nel viaggio dell’atleta. Lì, nel cuore della crisi, si trova spesso la chiave della maturazione.

Il viaggio del tennista” cercherà di dare senso al tennis che vediamo e viviamo, sia come spettatori che come praticanti. Settimana dopo settimana, esploreremo archetipi, rivalità, momenti simbolici, battaglie interiori e trasformazioni esteriori. Perché il tennis, come la vita, non è mai solo un gioco. È sempre una storia.

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Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 28 Settembre 2025
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