La legge urbanistica lombarda compie vent’anni: a Varese esperti e istituzioni a confronto
Al centro del dibattito rigenerazione urbana, consumo di suolo zero e servizi ecosistemici. Nel pomeriggio il confronto con le esperienze delle altre regioni italiane
Il Comune di Varese ospita oggi il convegno nazionale sui vent’anni della legge urbanistica lombarda, la 12 del 2005.
In salone Estense si sono alternati – e si alterneranno nel pomeriggio – gli interventi autorevoli di esperti, docenti del Politecnico ed esponenti dell’INU, insieme ad avvocati, ingegneri e personale amministrativo delle pubbliche amministrazioni: un importante momento per discutere insieme a esperti e ordini professionali sulle nuove tendenze della legislazione regionale sul governo del territorio.
Ad aprire i lavori sono stati i saluti istituzionali: il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana è intervenuto con un videomessaggio sottolineando il ruolo della Regione nell’accompagnare le iniziative affinché siano le comunità locali a scegliere la propria strategia di sviluppo. «Da vent’anni lo sviluppo sostenibile, inteso nel senso politico, economico e ambientale, è il driver fondamentale delle politiche regionali», ha affermato.
Il prefetto Salvatore Pasquariello ha portato i suoi saluti evidenziando che «Si tratta di pianificare il futuro: in una cornice di interessi anche confliggenti, che la politica e la tecnica devono armonizzare. Le leggi a volte non chiudono un evento storico ma lo aprono: sono certo che questo convegno darà argomenti di confronto e di condivisione di temi che sono all’ordine del giorno».
Il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini ha richiamato il ruolo dell’ente provinciale come spazio di collegamento tra comuni e regioni: «Uno spazio che è importante convocare». Magrini ha ricordato il percorso avviato dal 2007 e la proposta lanciata durante un recente convegno sul Lago Maggiore di lavorare insieme alle province lombarde e piemontesi «per fare interventi funzionali allo sviluppo del territorio».
Il sindaco di Varese Davide Galimberti ha ringraziato per l’organizzazione del convegno nazionale e ha sottolineato come in questi vent’anni la legge regionale abbia subito cambiamenti e modifiche cercando di cogliere le esigenze dell’oggi. «Varese ospita un importante convegno nazionale che ha come obiettivo quello di confrontarsi sulle esperienze di tutta Italia in materia di pianificazione territoriale – ha detto Galimberti – un’occasione per cogliere le esperienze positive di altre realtà italiane e regionali e applicarle anche nella nostra città. In particolare su temi come quello dell’abitare, che oggi è quanto mai centrale, e sul consumo di suolo. Ma il nostro obiettivo è anche quello di inserire nel nuovo PGT una serie di incentivi per promuovere ad esempio le attività produttive».
«Oggi abbiamo l’occasione di riflettere su come è cambiata l’urbanistica – ha aggiunto Andrea Civati, assessore al Territorio – uno strumento che punta sempre di più sulla rigenerazione, sul consumo di suolo zero e sui valori ambientali dei territori. Tutti principi che abbiamo fatto nostri nella sfida del nuovo Pgt, per una Varese del futuro che sia sempre più verde e sostenibile».

Anche i rappresentanti degli ordini professionali hanno portato il loro contributo. Paola Bassani, presidente dell’Ordine degli Architetti, ha ricordato come in questi vent’anni la legge abbia rappresentato «un punto di riferimento importante per amministrazioni, professionisti e cittadini, e le modifiche plurime hanno mostrato la necessità e capacità di adattarsi alle trasformazioni».
Carlo Battipede, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Varese, ha definito quella lombarda «una legge regionale al passo coi tempi, molto importante», anticipando che «sarà fondamentale il confronto con altre leggi regionali».
Claudia Caravati, presidente del Collegio Geometri di Varese, ha evidenziato il ruolo particolare della sua categoria: «I geometri, mi piace pensare, sono il primo e ultimo anello della pianificazione: dal rilievo del territorio, tipico dei geometri, poi l’ultimo anello come legame tra cittadino e istituzione per l’interpretazione della norma. E su questi argomenti il punto più importante è dare certezze: questo è quello di cui abbiamo bisogno».
La prima sessione mattutina ha ripercorso la vicenda lombarda attraverso molteplici prospettive. Emanuele Boscolo, presidente dell’Associazione Italiana di Diritto Urbanistico e docente all’Università degli Studi dell’Insubria, ha sottolineato come non sia «un caso che la giornata si inserisca in una parabola che ha visto l’approvazione della legge regionale sul clima e nel parlamento europeo la legge sul soil monitoring».

Mentre nel pomeriggio la prospettiva si allargherà all’intero panorama nazionale con la seconda sessione, che metterà a confronto i diversi modelli regionali di governo del territorio, con particolare attenzione alle esperienze di Emilia-Romagna, Marche, Campania e Umbria.
Il convegno è finanziato dall’Unione europea attraverso il programma Next Generation EU, nell’ambito di progetti di ricerca sulla transizione delle misure amministrative e sulla valorizzazione dei servizi ecosistemici.
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