La “famosa” Orascio: a cosa deve il suo nome la frazione liberata dall’isolamento
La desinenza del nome fa favoleggiare circa la presenza nella zona anche dell’oro, ma questa possibilità non è mai stata provata dai documenti raccolti

Telecamere e stampa nazionale, mille telefonate di parenti olandesi e tedeschi preoccupati per l’isolamento durato una manciata di giorni hanno fatto di Orascio una frazione diventata piccola star dell’Alto Varesotto, una di quelle situazioni che rimangono impresse come pietre nelle memorie dei pochi residenti di quello che appare come un balcone sul Lago Maggiore.
Però un tarlo rimane, ora che i taccuini dei giornalisti sono rientrati nelle tasche e chissà quando ancora si rivedranno da queste parti.
Perché questo nome, che suona così strano e pare uscito da un colpo di tosse o dalle parole lontane e poco chiare pronunciate da qualcuno, a distanza, nel buio?
Eppure Orascio (anticamente Orassio), sembra racchiudere proprio nella sua toponomastica un passato di tutto rispetto.
Lo racconta il sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca – comune di cui Orascio è frazione – Fabio Passera, appassionato e per questo esperto di storia locale.
«Proprio qui, già a metà dell’800, erano stati scoperti dei filoni metalliferi di quarzo e rame. Nonostante la scarsità della vena mineraria, furono scavate enormi grotte nel terreno, ancora visibili oggi nonostante la folta vegetazione che nel frattempo è cresciuta nel versante verso la sottostante strada statale».
Per la prima volta ne parlò (e ci mancherebbe!) lo storico Leopoldo Giampaolo, maccagnese doc ma che visse la sua vita e il suo impegno nello studio e nella ricerca a Varese in vari suoi lavori giovanili, poi sfociati e raccolti nell’edizione del 1962 del libro “Storia breve di Maccagno Inferiore già feudo imperiale, corte regale degli imperatori, terra per sè, e di Maccagno Superiore”.
«La desinenza del nome fa favoleggiare alla presenza nella zona anche dell’oro, ma questa possibilità non è mai stata provata dai documenti raccolti. Anche se è una tradizione orale tramandata nei secoli e che oggi volentieri raccogliamo».
«Forse, quindi, per mettere in sicurezza la parete roccioso servirebbe un quarto miracolo. Perché il terzo, la scoperta dell’oro, ha già fatto le fortune di qualcun altro, in un passato nemmeno remoto»
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