I colori e le voci dei bambini di Gallarate chiedono la pace per l’Ucraina
Oltre quattrocento persone, tra bimbi, ragazzini, insegnanti e genitori, hanno partecipato al corteo partito dalle scuole Ponti e arrivato nel cuore della città

Tanti bambini, tanti colori: in marcia insieme per la pace, nelle vie di Gallarate. È l’iniziativa che è stata lanciata dall’istituto comprensivo Ponti, le scuole dei quartieri Cascinetta, Crenna, Cajello e Azalee, per esprimere l’aspirazione alla pace in Ucraina e non solo.
Oltre quattrocento le persone che si sono ritrovate alle scuole di via Confalonieri, punto di raccolta del corteo: tanti bambini, i loro genitori, molti insegnanti. Insieme si sono messi in marcia passando da via Martiri di Belfiore, l’alberato viale dei Tigli, via Cavallotti, fino a raggiungere il centro cittadino, via Mazzini, la piazza Libertà cuore della città.
L’idea di un corteo, di una marcia, non è casuale, è invece una scelta simbolica: la pace come movimento, ricerca di un punto d’incontro. Tanti i messaggi portati dai bambini: striscioni, disegni, cartelli innalzati dai bimbi più piccoli e dai ragazzini delle medie, fino al grande “palcoscenico” sul sagrato della Basilica Santa Maria Assunta. Moltissimi messaggi richiamavano il valore della pace come aspirazione universale, qualcuno insisteva di più sulla solidarietà all’Ucraina aggredita.

Un corteo che ha riunito anche tanti bambini di provenienze diverse visto che alcuni dei quartieri sede delle scuole dell’Istituto Ponti sono caratterizzati da una composizione multietnica, in particolare con alunni originari dei Paesi asiatici. “La scuola – richiamavano docenti e genitori nel documento che lanciava la giornata – è naturalmente luogo di pace. Perché a scuola si incontrano bambini e giovani con culture, religioni, pensieri diversi, che, vivendo quotidianamente insieme, imparano la difficile arte di vivere pacificamente, rispettando le reciproche diversità. Ora più che mai la scuola pubblica del nostro paese è un luogo multietnico e multicolore. Ci si misura quotidianamente e ordinariamente con le diversità, e la speranza di un futuro di pace si fa di conseguenza, a scuola, sempre più concreta e reale. Per questo vogliamo sottolineare la nostra richiesta di scuola come luogo di educazione alla pace e alla convivenza”.
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