Giulio Tremonti all’Insubria, «La guerra in Ucraina è la storia che ritorna»
L'ex ministro ha tenuto una conferenza dedicata agli studenti di Diritto commerciale progredito dell'Università dell'Insubria martedì mattina

La crisi della globalizzazione e la storia che ritorna insieme all’ombra del conflitto in Ucraina. Questi i due temi principali su cui si è soffermato Giulio Tremonti durante l’incontro in videoconferenza di martedì mattina con gli studenti del corso di Diritto commerciale progredito dell’Università dell’Insubria condotto da Giorgio Zamperetti. L’ex ministro dell’Economia e delle Finanze ha analizzato il conflitto in corso in Ucraina, sottolineando come – per la prima volta dopo decenni – le logiche di mercato e della finanzia hanno ceduto di fronte a quelle degli stati. Il risultato è stato una guerra di conquista, un tipo di conflitto che si credeva appartenere a un passato ormai lontano.
«Nel mondo globalizzato – ha commentato Tremonti – la finanza ha assunto un’importanza maggiore rispetto a ogni altra cosa. In questo mondo non ci sono più valori, ma l’unica cosa che conta è il tasso di interesse. La prima grande crisi del modello globalizzato scoppiò nel 2008, ma le cause della recessione erano già nate tempo prima, quando i capitali cominciarono a lasciare i paesi occidentali alla ricerca di manodopera a basso costo. Questo ha impoverito la forza lavoro occidentale, prima fra tutte quella degli Stati Uniti. In questi anni abbiamo riposto troppa fiducia nel mercato, dimenticando i valori tradizionali e fondanti della nostra civiltà».
«Nel mondo globalizzato – ha aggiunto l’ex-ministro – gli stati non fanno più guerre per conquistare i territori dei paesi vicini, ma conducono delle “guerre civili” all’interno di un mondo globalizzato, con l’obiettivo di sottrarre capitali agli altri. È quello che la Cina ha cercato di fare con la via della seta, ma il suo tentativo è stato smorzato dalla pandemia».
«La guerra in Ucraina – ha precisato Tremonti – è il ritorno della storia, il ritorno della guerra così come era in passato: la conquista armata del territorio. Il mercato non sovrasta più gli stati, ma gli stati sono ritornati sopra il mercato. Il mondo che abbiamo davanti è internazionale, ma non è più globale».
Incalzato da Zamperetti, l’ex ministro ha poi commentato le sanzioni dell’occidente alla Russia. «Le sanzioni – ha affermato Tremonti – funzionano se hanno effetto di minaccia e deterrenza. Le sanzioni applicate dall’occidente sono molto forti, perché sono estese su molti ambiti diversi. Il paradosso, però, sta nel fatto che dalle sanzioni resta fuori l’energia e attraverso l’esportazione dell’energia la Russia riesce comunque a finanziare le spese per la guerra».
Al termine dell’incontro, Giulio Tremonti ha concluso con una considerazione sull’Unione Europea. «Sono positivo per l’Europa – ha commentato l’ex-ministro -, ma è ancora un progetto giovane e gli servirà tempo per crescere. Sono convinto che l’Europa abbia di fronte un grande futuro, ma chi l’ha governata finora ha avuto moltissimi limiti. Il grande problema dell’Occidente è di chi lo governa. È necessario il ritorno a personalità di tipo diverso, la speranza è nelle nuove generazioni».
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