L’idrocele nell’adulto e nel bambino: cosa fare? Risponde il medico Danilo Centrella

Il medico chirurgo, direttore della struttura complessa di urologia del Verbano Cusio Ossola, spiega cosa sia il trapianto autologo di plasma arricchito di piastrine e quali vantaggi ne derivino

pillole della salute di centrella

La pillola di salute di oggi affronta un problema abbastanza frequente nella popolazione maschile, soprattutto tra i neonati. Con il dottor Danilo Centrella medico chirurgo, specialista in urologia e andrologia e Direttore della Struttura complessa del Verbano Cusio Ossola parliamo di  l’idrocele nel bambino e nell’adulto. Di che cosa si tratta? 

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È una patologia molto comune che interessa la popolazione maschile. Si riscontra sia nel bambino e si chiama idrocele, o nell’adulto dopo i 40 anni.  Origine etimologica: idrocele da Idros acqua e kelè che vuol dire neoformazione, quindi una neoformazione d’acqua.

È una formazione a livello dello scroto, quindi non in realtà del testicolo, ma di tutti i tegumenti che ricoprono lo scroto determinata, da liquido un accumulo di liquido 

Perché? Perché il testicolo nasce vicino al rene e durante la vita embrionale, nell’ultimo mese della vita embrionale, migra all’esterno dello scroto, perché gli spermatozoi si sviluppano a una temperatura inferiore del nostro organismo di 1/2 gradi.

Migrando all’interno dello scroto, porta con sé una tunica, un tegumento, un tessuto che fa parte del peritoneo dell’addome. E questo tegumento è quello che porta alla formazione del liquido. In realtà, nello scroto c’è un piccolo velo di liquido, che è quello che fa muovere i testicoli all’interno dello scroto senza dare fastidio. Ecco l’idrocele è un aumento di produzione di questo liquido, è una diminuzione del drenaggio, quindi fondamentalmente è un aumento dimensionale dello scroto. 

Va posto in diagnosi differenziale, quindi è importante andare dal medico, perché può essere idiopatico, cioè può essere di origine fondamentalmente benigna, però va posto in diagnosi differenziale con altre malattie, alcune molto rare come il tumore del testicolo, alcune un pochino più frequenti come l’ernia inguinale, le infiammazioni, le infezioni a livello del testicolo. 

Cosa si fa ? Nel bambino è molto frequente: abbiamo detto ha un’incidenza più o meno di un bambino su 10 alla nascita, però poi, nella maggior parte dei casi, si riduce entro i 12 mesi dalla nascita e quindi sono pochi bambini che devono essere operati con questo intervento che si chiama legatura e sezione del dotto peritoneo vaginale, quindi una piccola incisione a livello inguinale per chiudere questa comunicazione tra addome e scroto. Per adulto si fa un intervento che è un intervento in anestesia locale per cui si toglie il liquido con una piccola incisione scrotale in anestesia e si toglie il liquido per evitare che si riformi.

Più raro,  come invece nel soggetto anziano che magari non può sopportare l’intervento chirurgico, è la puntura percutanea per togliere il liquido, con il rischio che ovviamente si possa riformare.

Quindi  è una patologia molto comune, molto frequente che non deve preoccupare. Però occorre sempre rivolgersi al medico di base quando si hanno dei gonfiori a livello dello scroto. Sarà il medico che farà diagnosi differenziale come in passato con la transilluminazione, c’erano i vecchi vecchi medici che prendevano una candela e valutavano in trasparenza, se fosse liquido o no all’interno dello scroto. Oggi ci sono tecniche diagnostiche molto comuni e molto frequenti come l’ecografia, si fa una diagnosi differenziale tra patologie benigne, in cui si può aspettare e ci sono vari trattamenti, e malattie ben più serie per cui bisogna rivolgersi allo specialista.

Chi volesse maggiori informazioni può visitare il sito del dottor dottor Danilo Centrella, medico chirurgo, specializzato in urologia e andrologia e direttore della struttura complessa di urologia del Verbano Cusio Ossola www.danilocetrella.it.

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Giugno 2022
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