Mancano gli anestesisti: non aprono i letti di “subintensiva”
L'onorevole del PD Marantelli critica l'ospedale di Circolo che non ha ancora aperto l'assistenza subintensiva al monoblocco. La spiegazione del direttore Bergamaschi
Dieci letti chiusi. Anzi mai aperti. Sono quelli pensati per avviare un’area di terapia subintensiva all’interno dell’area critica riservata alle cure intensive al primo piano del monoblocco di Varese. L’onorevole del PD Daniele Marantelli punta il dito sull’ennesima promessa non mantenuta nella sanità varesina. Dieci letti preziosi per alleggerire il carico del pronto soccorso e aiutare i reparti nei casi più critici: «Non stiamo parlando di un nuovo reparto – spiega il direttore dell’azienda ospedaliera di Varese Walter Bergamaschi – ma di letti che erano stati pensati al momento della progettazione dell’intensiva. In questo momento non sono attivi perchè manca il personale. I fondi ci sarebbero anche stati ma questi posti devono essere gestiti da anestesisti la cui mancanza è un problema serio».
I posti di subintensiva sono letti che prevedono un’assistenza ad alta intensità ma meno impegnativa dell’intensiva. La loro attivazione creerebbe un "polmoncino"per i reparti di medicina ma, soprattutto, di chirurgia che, potendo contare su posti letto intermedi tra il reparto e l’intensiva, sarebbero in grado di incrementare il numero di interventi più a rischio: « Il monoblocco è un ospedale nuovo, progettato per dare risposte al territorio anche nei decenni futuri. In alcuni reparti, soprattutto chirurgici, ci sono ancora spazi utilizzabili per rispondere all’aumento della richiesta del territorio. L’area di cure intensive venne progettata troppo ampia . Così si pensò di dedicarne una parte ad un’assistenza sempre alta ma meno impegnativa. Fino ad oggi, però, la mancanza di personale specializzato ne ha di fatto bloccato l’apertura ».
Una questione temporanea, dunque: « la carenza di anestesisti è una questione seria che non credo si sbloccherà a breve. Non ne facciamo, però, una semplice questione di letti, perchè la risposta sanitaria sta cambiando dando soluzioni alternative, sempre più importanti, al ricovero»
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