“Dopo Montalbano, ho vinto con i gendarmi di Pinocchio”
Alberto Sironi, regista gallaratese della fiction andata in onda su Rai1, commenta gli ottimi risultati ottenuti, con oltre 8 milioni di spettatori. A Febbraio poi girerà i nuovi episodi tratti da Camilleri

“Ce la siamo cavata, era un tema difficile e il confronto con il film di Comencini del ’72 con Nino Manfredi non era certo indifferente – spiega il regista che non nasconde anche una certa critica al sistema televisivo della fiction -. Non è un libro che si possa raccontare facilmente con un passo così corto. Si sarebbero dovute fare quattro o cinque puntate per esprimere tutta la complessità e la bellezza della storia di Collodi. È un libro su cui gli italiani hanno imparato a leggere, c’è una lingua formidabile, è considerato da tanti come una Bibbia. Ma ormai la Rai nasce per creare pezzi brevi. Abbiamo dovuto sacrificare un sacco di episodi straordinari che non abbiamo potuto raccontare. Certo, sono contento i risultati, ma non conta solo lo share e so che avrei potrai potuto farlo meglio. La Rai ormai punta sempre su prodotti standardizzati. Ma se ci sono risultati così straordinari, perché fare serie tv lunghe su argomenti che non interessano a nessuno? Perché fare sempre la facile e banale storia d’amore? Perché non puntare più in alto?”
Pinocchio adesso è sotto la lente della critica. Dopo i buoni ascolti ottenuti anche negli Stati Uniti e in Inghilterra non sono mancate le accuse alla recitazione: “Era un coproduzione internazionale della Lux Vide che ci ha permesso di avere attori come Bob Hoskins – spiega Sironi -. Recitare in inglese ha un po’ penalizzato anche la spontaneità di alcuni nostri attori. Ma era un prodotto internazionale e non si poteva fare diversamente”.
Dopo il successo di Pinocchio, Sironi è già al lavoro con una nuova miniserie per la Rai, L’ultima trincea con Neri Marcorè e Serena Rossi. Ma sono già state programmate le riprese per i nuovi episodi di Moltalbano, di cui sarà ancora regista, con protagonista Luca Zingaretti: “Iniziamo a girare a fine febbraio o i primi di marzo. Facciamo quattro storie: “L’età del dubbio”, “Il capo de vasaio”, “La danza del gabbiano” e un quarto romanzo che deve ancora uscire”.
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