“Rottamazione” degli abiti usati contro la crisi del settore

La “rottamazione” degli abiti usati come incentivo per aiutare il sistema del tessile-abbigliamento a ripartire. A proporla, insieme ad altri provvedimenti come la defiscalizzazione degli acquisti di abiti per bambini e un sostegno alla riduzione dei costi energetici, nota palla al piede dell’azienda Italia, è il presidente di Sistema Moda Italia, il bustocco Michele Tronconi. Mercoledì, presentando i dati al 31 marzo 2009, che hanno visto il settore tessile-abbigliamento sprofondare del 30% in fatturato, ordini e attivo dell’import-export e perdere tra 15 e 17mila addetti, per tacere dei contratti a tempo determinato non rinnovati, Tronconi ha avanzato la proposta citando esplicitamente quanto fatto in più occasioni con il mercato automobilistico. In pratica si avrebbe uno sconto sull’abito nuovo portando al negozio quello usato. «Coinvolgere il governo non sarà facile ma è necessario, gli abiti usati possono potenziare l’attività della cooperazione internazionale» sostiene il presidente di Smi. «Attualmente solo il 10% circa viene recuperato e riutilizzato in questo modo, in Europa c’è ormai una tradizione nella donazione degli abiti usati tramite organizzazioni come Humana, ad esempio. Se si innesca il meccanismo, poi, anche la stessa grande distribuzione potrà trovare un ruolo importante».

Sistema Moda Italia (Smi) sta preparando un modello economico basato sui dati citati da presentare al governo. Tronconi vorrebbe poter portare al confronto con la politica un settore unito e compatto di fronte alle gravi sfide che il momento impone. Se il 30% di calo è un dato generale di settore, chi sta peggio sono specificamente abbigliamento e calzaturiero. Circola inoltre grande pessimismo: secondo i dati diffusi quasi nessuno è convinto di poter accrescere il fatturato durante l’anno in corso, solo sugli ordini persiste qualche timida speranza di una seconda metà dell’anno meno grigia.