Brown è un’arma letale, Wolde si riprende la scena
Gabe è il migliore in campo ma Tomas è l'MVP "morale" della serata e anche Bialaszewski lo incensa. Serata difficile per Mannion che si salva a suon di assist

MANNION 6 – Una delle partite più complicate da quando è arrivato a Varese. Paga un po’ la fatica e paga un po’ di più il trattamento “mani addosso” della difesa pesarese. Fa le cose migliori quando imbecca i compagni: 8 assist, alcuni dei quali davvero pregevoli. Poi però fatica nel tritacarne dall’area ospite dove viene battuto come un tamburo e resta con gli occhi spalancati e rivolti agli arbitri, chiedendo falli che non saranno mai fischiati.
ULANEO 6 – Tanta, tanta fatica nei primi giri di campo, dove non garantisce presenza a rimbalzo e deve anche inseguire in difesa. In più, sbaglia di nuovo un appoggi facile facile che fa gridare al sacrilegio. Ma ha un pregio: è caparbio e orgoglioso. E così, a cavallo dell’ultimo intervallo, risorge: pronto sugli scarichi, segna un paio di canestri importanti, è rivitalizzato anche in retroguardia.
SPENCER 7 – Bravo senza arrivare al bravissimo: utile in attacco per correggere gli errori dei compagni e trasformare qualche tap in utile a tenere alti i giri del motore biancorosso. Produttivo anche a rimbalzo, ne agguanta 12, ma specie nel primo tempo si fa trovare impreparato su qualche carambola di troppo. Poi ci mette grinta e tempismo per tappare i buchi, distribuendo tre stoppatone e tornando buon protagonista della partita.
WOLDETENSAE 7 – MVP morale della partita, e come abbiamo già scritto nella cronaca, è bellissimo vedere il suo giro di campo finale nel quale raccoglie gli applausi, l’affetto e l’incoraggiamento di tutto il palazzetto. Bialaszewski compreso, perché il coach americano non lesina complimenti in sala stampa. Tutto è bene quel che finisce bene. Benissimo, perfino, nel terzo quarto quando un parziale di 8-0 tutto marchiato Tomas dà una spallata notevole alle ambizioni marchigiane.
MVP Confident per i lettori della #DirettaVN con il 53% delle preferenze.
MORETTI 6,5 – Non un gara scintillante, ma Davide è bravo a sfruttare un minutaggio alto (26′) per seminare cose buone all’interno del percorso. Chiude in doppia cifra, 12 punti, è preciso dalla lunetta e si riscatta con un triplone poco dopo un doppio errore dall’arco che stava facendo perdere la pazienza anche a Giobbe.
La Openjobmetis scaccia le paure: buon secondo tempo, Pesaro al tappeto
LIBRIZZI 5 (IL PEGGIORE) – Utilizzato così, purtroppo, paga dazio e non ci fa una bella figura. Matteo dovrebbe mordere i garretti agli esterni avversari, invece finisce a cambiare in difesa ritrovandosi vicino a canestro contro le ali e i lunghi. Così non può incidere tant’è vero che è l’unico a chiudere senza segnare e l’unico con valutazione e plus-minus negativi. La pausa farà bene anche a lui e a chi lo deve sguinzagliare in campo.
VIRGINIO 6 – Entra, sbaglia il primo tiro, non si abbatte e alla seconda occasione realizza dall’arco in bello stile. Pronto uso.
HANLAN 7 – Mette una bella firma sulla vittoria anche se il suo impatto ha un arco di tempo limitato, ovvero il terzo periodo. In quei minuti fa vedere i sorci verdi a tutta Pesaro: dribbla i piccoli, attacca i lunghi, batte tutti in entrata o con il tiro riscattando così un primo tempo da fantasma. Nel finale torna a balbettare con qualche scelta rivedibile, ma il più è fatto.
MCDERMOTT 7 – Segna quando servono punti, difende nel momento in cui bisogna stringere dietro, zompa a rimbalzo come un canguro con le molle (ne prende 7), si sacrifica sui Bamforth e sui McDuffie tenendo spesso in piedi la baracca di una retroguardia non proprio ermetica dalle altre parti. 9 punti, 7 rimbalzi, una utilità tattica e fisica che si misura in Tera.
BROWN 7,5 (IL MIGLIORE) – Si concede il vezzo di alcune perline trasparenti a ornare le trecce, ma per il resto è di una concretezza pazzesca. Mano bollente, e quando tira così è immarcabile perché sta mezzo metro dietro la linea e lascia partire la palla da un’altezza (e con una rapidità) impossibile da contrastare per i pari ruolo. Segna quattro volte dall’arco, un paio delle quali con tiri che paiono fuori logica e invece tagliano le gambe avversarie. E poi corre il campo bene, cresce a rimbalzo dopo le fatiche iniziali, è un motore sempre acceso.
Bialaszewski soddisfatto: “Nella prima metà di partita abbiamo giocato come vorrei facessimo sempre”
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