Oltre i rom nel degrado della civiltà post-industriale
Chi vive attorno all'ex-mostra del tessile è preoccupato più del degrado dell'immensa area che dei rom o dei ravers
Quello del riutilizzo delle vaste aree industriali del passato, chiuse ormai da decenni, è il grande cruccio della provincia di Varese. Non è da meno l’area dell’ex-mostra del tessile di Castellanza con le sue migliaia di metri quadrati lasciati alla mercè di chiunque. Proprio stamattina la Poliza locale è dovuta intervenire per sgomberare alcuni rom, solo cinque in fin dei conti, che si sono accampati all’interno degli spazi enormi dell’area. Qualche mese fa lo stesso luogo è stato teatro di un rave con centinaia di persone provenienti da tutta Italia, Svizzera e Francia.
L’area è circondata da negozi, centri commerciali e scuole superiori. Chi lavora nella zona è più preoccupato del degrado che dei rom: «Finchè resterà in quelle condizioni sarà sempre più spesso luogo deputato a vandalismi – dice un commerciante di calzature che ha il negozio proprio di fronte – i rom non hanno mai dato fastidio. Sapevamo della loro presenza e lo abbiamo anche segnalato alle autorità. Stamattina sono intervenuti». Sulla stessa linea un edicolante a poche decine di metri: «Problemi con i rom? Fino ad ora no, a parte che chiedono l’elemosina. Non hanno nulla questi, sono una decina senza nemmeno le classiche roulotte».
Queste le opinioni di due uomini della strada. La vera sfida, dunque, è il controllo del territorio, non lasciare aree dimenticate in modo che non vengano prese d’assalto da chi cerca facili sballi o da chi non ha un tetto sotto il quale ripararsi. Difficile ottenere questo per le amministrazioni da sole, come più volte è stato detto, ma non impossibile in un ottica di comunanza di obiettivi tra tutti comuni della zona. Di zone così ce ne sono tante nell’area vasta attorno a Busto Arsizio e a suon di sgomberi si sposta solo il problema. Ma la soluzione?
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