Venticinque anni di solidarietà: la missione di NonSoloPane raccontata al Consigliere Monti
Il consigliere regionale e presidente della commissione Welfare in visita alla nuova sede dell'associazione, accolto dal presidente Benzoni e annuncia un audizione a settembre

Nella mattina dell’11 luglio 2025 il consigliere regionale Emanuele Monti, presidente della Commissione Sostenibilità sociale, casa e famiglia di Regione Lombardia, ha fatto visita alla nuova sede dell’associazione NonSoloPane, accolto dal presidente Andrea Benzoni. Un’occasione per conoscere da vicino l’esperienza venticinquennale dell’associazione varesina, simbolo di solidarietà e impegno civile sul territorio.
Fondata nel 1999, NonSoloPane si è radicata ed è cresciuta nel tempo: «La prima sede era in via Monte Santo, nei locali dell’ex Croce Rossa, rimessi a nuovo dai volontari» ha spiegato Benzoni. Dal periodo del Covid l’associazione ha poi trovato casa in via Saffi 90, in un capannone privato concesso in uso e completamente ristrutturato grazie al lavoro degli stessi volontari. Oggi l’associazione conta oltre 200 volontari, 40 attivi nella sede e circa 160 impegnati nella consegna dei pacchi alimentari a domicilio. «Solo Comuni e Caritas ritirano direttamente in sede – ha sottolineato il presidente – alle famiglie il pacco viene consegnato personalmente dai volontari».
L’approvvigionamento degli alimentari e dei prodotti per casa e cura personale che vengono messi nei pacchi avviene su quattro fronti: «Primo, grazie alle “famiglie solidali” che dal 1999 conferiscono alimenti da tutto il nord della provincia – spiega Benzoni – Un secondo e molto efficace mezzo sono le raccolte nelle scuole: noi ne visitiamo più di 100 ogni anno, e concludiamo le visite con delle raccolte alimentari specifiche, soprattutto nel periodo della Quaresima. Poi un momento importante è quello della giornata della Colletta alimentare, lanciata dal Banco Alimentare, da cui peraltro è nata anche la nostra esperienza. Infine c’è il supporto del Banco Alimentare con i magazzini centrali di Muggiò».
Ogni pacco è personalizzato e viene preparato tenendo conto delle esigenze nutrizionali e dei bisogni specifici di ciascuna famiglia: gli utenti che si rivolgono a NonSoloPane sono famiglie in difficoltà, disgregate o monogenitoriali, anziani soli, disoccupati, sfrattati, persone appena uscite dal carcere.
Negli anni la risposta del territorio è stata positiva, anche grazie al coinvolgimento delle scuole, di persone in messa alla prova, di volontari aziendali in attività di team building e del progetto di reinserimento sociale di persone a fine pena. «Fanno periodi di volontariato da noi, su richiesta di alcuni presidi, anche i ragazzi sospesi dalle lezioni: vengono inviati a noi perchè nel tempo in cui non vengono a scuola facciano attività sociale, e ci è capitato che poi decidessero di diventare volontari a tutti gli effetti».
Oltre al servizio alimentare, da dieci anni l’associazione ha avviato in zona Belforte il progetto Dono, una piccola impresa di trasformazione della frutta e degli alimentari freschi che vengono donati a NonSoloPane: ogni dicembre viene aperto un temporary store per la vendita dei prodotti, che durante l’anno vengono inseriti anche nei pacchi. Recentemente, Dono ha iniziato a produrre anche preparati per risotti, con riso e verdure disidratate, come quello alla zucca.
Durante la visita, il consigliere Monti ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dall’associazione: «L’obiettivo dell’incontro era conoscere questa realtà e portare in Regione una voce importante tra le tante che operano nel sociale. A settembre organizzeremo un’audizione in Commissione con alcune di queste realtà, a partire proprio da NonSoloPane, per rafforzare l’impegno già concreto di Regione Lombardia, ma anche per studiare strumenti nuovi e dare voce alle esigenze che emergono dal territorio».
Monti ha inoltre evidenziato il ruolo del volontariato come collante sociale, ricordando in particolare l’importanza della collaborazione con le scuole e del coinvolgimento attivo degli anziani: «L’invecchiamento attivo, per esempio, è anche questo: restare parte della comunità mettendo tempo e competenze a disposizione degli altri. Il terzo settore può avere un ruolo chiave in questo percorso. Vogliamo capire insieme come valorizzarlo di più».
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