La crisi della professione infermieristica: all’Università dell’Insubria 250 posti ma solo 166 domande
I dati nazionali evidenziano la crisi di una professione centrale per la sanità. A Varese in grande affanno anche i corsi per tecnici della prevenzione, per educatori professionali e per perfusionisti
La carriera di infermiere non attira più. La crisi delle domande denunciata da FNOPI ( la federazione degli ordini professionali nazionali) è stata registrata anche dall’Università dell’Insubria.
166 domande per infermieristica
Al test d’ingresso per professioni sanitarie, che si è svolto lo scorso 8 settembre, erano iscritti 686 aspiranti matricole per i 479 posti globali a disposizione.
I candidati per ottenere uno dei 249 posti nei tre corsi di infermieristica tra Varese, Busto Arsizio e Como erano però solo 166.
In 24 anni raddoppiati i posti universitari
Come dicevamo, la crisi è nazionale anche se va registrato che dal 2001 a oggi i posti messi a disposizione dal Ministero in tutt’Italia sono passati dai 10.614 del 2001 ai 20.699 attuali (di cui 290 di Infermieristica pediatrica).
In questi anni il numero delle domande è stato altalenante ma quello complessivo di laureati in Infermieristica è cresciuto costantemente: se nel 2004 erano stati 8.866 a indossare la divisa dopo la triennale abilitante, a distanza di vent’anni, nel 2024, sono stati 11.404 (+28,6%), con una previsione a 14.500 nel 2027. Numeri comunque insufficienti a colmare il turnover con gli infermieri che man mano vanno in pensione ogni anno, dato stimano attorno alle 25mila unità.
In crisi anche i corsi per educatore professionale, perfusionista e tecnico della prevenzione
Ma non è solo infermieristica a non attrarre i giovani diplomati: anche l’educatore professionale è una figura in crisi così come il tecnico della prevenzione nei luoghi di lavoro.
All’Università dell’Insubria per i 24 posti di tecnico della prevenzione si sono candidati in 7 e per i 60 posti di educatore solo 48 preferenze.
Non conosce crisi la professione del fisioterapista: per i 39 posti a disposizione si sono presentati in 314 e anche la figura dell’ostetrica continua a piacere: per i 20 posti a disposizione ci sono state 49 domande.
Una buona notizia riguarda gli aspiranti tecnici di radiologia ( figure introvabili): per i 29 posti c’erano 47 candidati.
Più in crisi le altre professioni sanitarie : per i 20 posti di tecnico di laboratorio biomedico sono arrivate 22 richieste, per i 23 di igiene dentale raccolte 26 prime scelte. Decisamente male anche i perfusionisti: solo 7 preferenze a fronte di 15 posti offerti.
Il 15 settembre usciranno le graduatorie degli ammessi
Settimana prossima, il 15 settembre, usciranno le graduatorie e si sapranno gli ammessi. A quel punto, chi risulterà escluso dalla sua prima scelta potrà passare alla seconda ed, eventualmente, alla terza. La possibilità che si riempiano maggiormente le caselle vuote c’è, così come un ulteriore ampliamento dovrebbe esserci alla fine del semestre filtro dell’immatricolazione di medicina.
Al di là di quelli che saranno i numeri reali alla fine del riallocamento, resta la preoccupazione per la scarsa attrazione di professioni che, viceversa, sono determinanti per la macchina sanitaria.
FNOPI denuncia le criticità della professione di infermiere
Per la FNOPI, la mancanza di candidati si spiega anche con la mancanza di prospettive concrete di carriera, le retribuzioni inadeguate in relazione alle responsabilità crescenti, i carichi di lavoro eccessivi, le difficoltà di conciliare vita lavorativa e familiare, lo scarso riconoscimento sociale, le limitazioni ancora forti dell’esercizio libero professionale tipico di gran parte delle professioni mediche e sanitarie.
Preoccupazioni anche da parte del mondo medico
Preoccupato si è detto anche il professor Francesco Dentali, direttore del Dipartimento di Medicina dell’Asst Sette Laghi che ha commentato in qualità di Presidente della Società scientifica Fadoi: « I numeri parlano chiaro: per la prima volta in Italia il numero di domande per Infermieristica non riesce a coprire i posti disponibili negli atenei pubblici. I posti a bando cresciuti negli ultimi anni (da 10.614 nel 2001 a 20.699 oggi), ma le candidature non sono aumentate di pari passo. Una situazione critica sopratutto se si pensa che il numero di iscritti effettivi sarà ulteriormente più basso delle domande e che non ci potrà essere nessun tipo di selezione “al rialzo” in una professione così delicata e importante per il SSN. Fattori come stipendi bassi, carichi di lavoro pesanti, scarsa percezione delle prospettive professionali e difficoltà a conciliare vita privata e lavoro sembrano allontanare i giovani dalla professione infermieristica. L’allarme è particolare nei territori del Nord-Italia: Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna segnalano percentuali consistenti di posti vacanti. La forza lavoro infermieristica è già sotto pressione: turnover elevato, pensionamenti imminenti, personale spesso insufficiente nei servizi essenziali. Servizi territoriali, ospedali spoke, assistenza domiciliare rischiano di restare scoperti se non si colma rapidamente il divario tra domanda e offerta formativa».
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