Memoria, responsabilità e coraggio del fare. Le storie che hanno costruito Techint e ispirano il futuro

Nel libro "Testimonianze (quasi) eroiche" il giornalista Luciano Landoni racconta le vite di ingegneri e manager che hanno trasformato sfide globali in opere concrete. Un inno alla memoria e alla responsabilità come strumenti per non smettere di crescere

Economia varie

Gli esseri umani senza la memoria non sono nulla. Quando si è finito di leggere “Testimonianze (quasi) eroiche” (La Memoria del Mondo, 192 pp., collana Vitae) si comprende perché è così importante ricordare ciò che si è stati e ciò che si è fatto nella vita. E non solo per se stessi, ma anche per quelli che verranno.
Il giornalista economico Luciano Landoni, autore del libro, scegliendo la frase in esergo di José Saramago, “Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere”, rivela al lettore la chiave di lettura più importante del suo libro: la forza dell’esempio.

IL LAVORO COME UNA MISSIONE

Landoni ha raccolto le voci di un gruppo speciale di persone, venticinque tra dirigenti e tecnici, in gran parte ingegneri, oggi pensionati, che hanno lavorato per una vita alla Techint, Compagnia Tecnica Internazionale spa, la società di ingegneria fondata a Milano nel 1945 da Agostino Rocca, Aro per i suoi collaboratori.
Sono storie di lavoro. Vite vissute come una missione e raccontate con una spontaneità e una passione inusuali. Persone che hanno costruito progetti complessi in ogni angolo del mondo, portando con orgoglio la Techint ad essere un gruppo industriale globale nei settori della siderurgia, petrolio, sanità e ingegneria che impiega 78mila persone per un  fatturato di 38 miliardi di dollari.

LA PASSIONE DEL FARE BENE

Il libro si apre con l’introduzione di Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano, che sottolinea come queste storie rappresentino «un tributo alla passione del fare e del fare bene» e raccontino una cultura aziendale costruita su integrità, innovazione e rispetto.
Valori che nella sua prefazione Luigi Iperti, storico amministratore delegato di Techint, attribuisce all’unità e alla tenacia di una generazione di manager «pervasi dalla struggente nostalgia del fare, temprati da tanti ostacoli superati, quasi pronti a rispondere a una nuova chiamata».

RACCONTI DEGNI DI UN ROMANZO INDUSTRIALE

Da queste testimonianze emergono avventure professionali e umane che parlano di coraggio, responsabilità, amicizia e orgoglio per il proprio lavoro. Del resto progetti come la costruzione di un gasdotto da 1800 km per collegare i giacimenti di gas di Commodoro Rivadavia, nel sud dell’Argentina, con Bahia Blanca e Buenos Aires, sono degni di un romanzo industriale. Così come i complessi negoziati ad Abu Dhabi o i viaggi aerei nel bel mezzo di un ciclone in Messico, sono lo spunto per una riflessione più profonda sulla responsabilità di guidare persone e progetti. Alcuni protagonisti del libro hanno contribuito a costruire impianti siderurgici pionieristici come Propulsora Siderurgica in Argentina o l’acciaieria Sidor in Venezuela. Altri hanno aperto nuove strade nella sanità con la nascita di Humanitas. Ma tutti condividono una lezione semplice e potente: “fare bene” è una scelta che richiede impegno, visione e fiducia.

LA RIFLESSIONE SUL PRESENTE

Landoni intreccia i racconti individuali con una riflessione sul presente. Un’Italia che rischia di rassegnarsi a un “galleggiamento” mediocre, dove l’ascensore sociale sembra fermo e i giovani appaiono disillusi.
Il libro propone un antidoto efficace: recuperare esempi concreti di chi ha affrontato sfide reali senza scorciatoie, riassunto nel motto agostiniano “Le parole muovono, ma gli esempi trascinano”.
Dal punto di vista editoriale, il volume è anche un atto di responsabilità sociale d’impresa. Nato grazie al sostegno di Ernesto Bottone, anch’egli uno degli eroi e oggi amministratore delegato di Pomini Long Rolling Mills, che è parte del mondo Techint, “Testimonianze (quasi) eroiche” è pensato per ispirare soprattutto le nuove generazioni di ingegneri e manager.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 08 Ottobre 2025
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